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Gioco d'azzardo patologico: a Bellaria una giornata informativa con testimonianze dirette

di Maria Letizia Camparsi
24 mag 2025
Nel video le interviste a Michele De Pascale (presidente Emilia-Romagna), Nicolò Anselmi (vescovo di...

L'Oms definisce la dipendenza dal gioco d'azzardo come una malattia caratterizzata da perdita del controllo sul comportamento che può portare a gravi ripercussioni economiche, fisiche e sociali. Nella Penisola nel 2023 sono stati spesi nel gioco 150 miliardi di euro, numeri in crescita continua, di anno in anno. I player più accaniti sono gli adulti tra i 25 e i 34 anni. In questo contesto, Giocatori anonimi Italia, promuove al Palazzo del Turismo di Bellaria una giornata di informazione, confronto e testimonianze dirette.

Questa forma di dipendenza può avere ripercussioni negative sulla vita di coppia, familiare e lavorativa. Ma può essere sconfitta grazie al dialogo, confronto e aiuto reciproco: su questo assunto si basa la mission dell'associazione Giocatori anonimi: alcuni di loro hanno raccontato la loro esperienza ai presenti.

"Io frequento l'associazione da circa una decina d'anni - racconta un uomo che preferisce mantenere l'anonimato -. Ho intrapreso il percorso di recupero appena sono entrato in questa associazione. Grazie anche all'auto-mutuo aiuto che generiamo all'interno delle nostre stanze, che sono sparse su quasi tutto il territorio nazionale, abbiamo ripreso in mano la nostra vita. Il nostro più grosso problema è quello di non sapere più chi eravamo, di come passavamo le nostre giornate, di quanto tempo abbiamo sprecato purtroppo nel gioco d'azzardo ed oggi riusciamo ad andare avanti grazie a questo percorso. Credo che l'associazione serva più che altro a lasciare delle basi per chi verrà dopo, per lasciare un messaggio di speranza a chi ha il problema della ludopatia".

"Sono caduto nel barattolo del gioco all'inizio della mia adolescenza - racconta un altro uomo in anonimato -. Ho sempre detto che 'tanto riesco a smettere quando voglio', ma in realtà non è stata così. Sono arrivato a giocare tutto. Tutto quello che avevo l'impossibile e l'immaginabile, valori, affetti, quindi per due volte di fila ho tentato il suicidio ma non ci sono mai riuscito. Ho fatto tutto ciò che di più brutto un uomo possa fare per cercare di recuperare i saldi per andare a giocare. Ho lasciato addirittura la mia famiglia senza i soldi per fare la spesa, mio figlio appena nato senza latte. Tutto per inseguire un'illusione Finché qualche anno fa ho incontrato l'associazione Giocatori Anonimi Italia, la quale mi ha salvato la vita. Da allora non gioco più, sono una persona molto più serena. Adesso purtroppo il gioco è ovunque e questo mi dispiace tantissimo, però io sono convinto che se si vuole dal tunnel si può uscire".

Nel video le interviste a Michele De Pascale (presidente Emilia-Romagna), Nicolò Anselmi (vescovo di Rimini) e due testimonianze anonime





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