
Sono ore complicate anche per l'Italia, che ha aumentato l'allerta sicurezza dopo una conferenza telefonica convocata d'urgenza dalla presidente Meloni insieme ai vicepresidenti Tajani e Salvini, e i ministri dell'Interno, della Difesa, e dell'Economia, oltre ai Sottosegretari Mantovano e Fazzolari. La presidente del Consiglio ha poi sentito i principali leader europei, Macron, Merz e Starmer, oltre al presidente di turno del G7 Carney e i rappresentanti dei Paesi arabi, ma ha avuto una telefonata anche con la segretaria del principale partito d'opposizione, il Partito Democratico, Elly Schlein.
Giusto oggi pomeriggio è in programma l'informativa della presidente in Parlamento, e un voto sulle risoluzioni in vista del vertice Nato convocato domani e del Consiglio Ue di giovedì. Erano appuntamenti già previsti, ma che diventano ora di cruciale interesse per ascoltare il resoconto della presidente sugli ultimi sviluppi e per mettere anche le coalizioni alla prova.
A Meloni il presidente del M5S Conte ha già avanzato le sue richieste: “Le chiedo di non attendere istruzioni dall'alto e di non dare la disponibilità delle nostre basi militari per questa escalation” dice. Intanto al Viminale si è riunito il comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica: potenziate le attività di prevenzione e analisi dei rischi per la sicurezza interna, con particolare attenzione alle misure di contrasto al terrorismo.
Massima allerta anche sugli obiettivi ritenuti sensibili: attualmente, fa sapere il Viminale, sono oltre 29mila i siti sottoposti a vigilanza, tra cui oltre 10mila infrastrutture critiche. Tra questi, un migliaio circa riguardano interessi statunitensi e israeliani. Anche il Vaticano, col Giubileo, finisce tra i sorvegliati speciali. Il ministro della Difesa Crosetto ha rassicurato circa la sicurezza dei militari italiani, “i nostri non sono nel mirino, ma servono misure di protezione”, ha detto.