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Il Covid-19 ha causato il 49,4% in più di morti nei mesi di febbraio e marzo

Incrementi percentuali a tre cifre: Bergamo +568%, Pesaro +120%. Venturi: "Molto più che nella prima fase oggi l'epidemia è nelle nostre mani"

di Francesca Biliotti
4 mag 2020
dalla corrispondente Francesca Biliotti
dalla corrispondente Francesca Biliotti

Dal 20 febbraio al 31 marzo sono 13.710 i morti per Covid-19 in Italia. Lo certificano Istat e Istituto superiore di sanità, riferendosi a 6.866 comuni, l'87% del totale. A livello medio nazionale si tratta di un crescita del 49,4%. Le province più colpite hanno pagato un prezzo altissimo in vite umane, con incrementi percentuali di decessi nel mese di marzo, rispetto al marzo 2015-2019, a tre cifre: Bergamo +568%, Brescia +291%, Piacenza +264%, Parma +208%, Pesaro-Urbino +120%. Decisamente in controtendenza i dati del centro-sud Italia, coi morti di marzo all'1,8% in meno della media del quinquennio precedente. A Roma si è registrato un -9,4%. I dati del contagio ci dicono che per la prima volta gli attualmente positivi scendono sotto i 100mila, e sono quasi 200 meno di ieri. I guariti sono oltre 82mila. I morti quasi 200 oggi, giunti a 29.079 in totale. Anche in Emilia Romagna l'incremento di nuovi contagiati è di 159 casi in più, dal culmine della curva epidemica è il dato migliore, ha confermato il commissario per l'emergenza Sergio Venturi. 24 i decessi, di cui uno a Forlì-Cesena ed uno a Rimini. La Romagna però ha 32 casi in più in totale (4.644), a Ravenna nessun nuovo contagiato da ieri (986), 6 in più a Forlì (910) e 17 in più a Cesena (712), e 9 più di ieri a Rimini (2.036). Anche Venturi ha voluto fare un appello per l'inizio della fase 2. E poi il “tormentone da social”, così lo ha definito, circa la cura col plasma dei guariti da Covid-19. Infine le Marche, 31 casi in più a Pesaro Urbino, 2.571 in totale, e appena 2 più di ieri ad Ancona, che raggiunge 1.819 casi.

Nel video gli interventi di Sergio Venturi commissario per l'emergenza dell'Emilia Romagna


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