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Il discorso di Draghi: “Questo governo sarà convintamente europeista e atlantista; ma uniti dall'amore per l'Italia”

Focus del premier su giovani e donne: “superare la scelta tra famiglia o lavoro". Sull'ambiente il premier cita papa Francesco: “Siamo stati noi a distruggere l'opera del Signore”.

di Filippo Mariotti
17 feb 2021
Nel video uno stralcio del discorso programmatico di Draghi sugli ancoraggi storici dell'Italia
Nel video uno stralcio del discorso programmatico di Draghi sugli ancoraggi storici dell'Italia

Tocca tanti temi il discorso programmatico di Mario Draghi per la fiducia al Senato: dall'emergenza sanitaria ai vaccini, dal rilancio del Mezzogiorno ai giovani, passando per la questione femminile e il rilancio economico. Sullo sfondo - ma sempre presenti - la collocazione atlantica dell'Italia e l'attenzione all'ambiente.



Il primo pensiero va a chi non c'è più e “a tutti coloro che soffrono per la crisi economica che la pandemia ha scatenato, a coloro che lavorano nelle attività più colpite o fermate per motivi sanitari”. Parte da qui il presidente del Consiglio Draghi per affermare l'impegno del nuovo governo per un ritorno alla normalità a livello occupazionale. Il dopo-pandemia sarà come un dopoguerra, in cui ognuno ha responsabilità di avviare la nuova costruzione, in modo da non costringere i giovani ad emigrare. “Ogni spreco oggi – sottolinea Draghi - è una sottrazione alle nuove generazioni”. Ma pone dei paletti molto precisi: "Sostenere questo governo – afferma con convinzione - significa condividere l'irreversibilità della scelta dell'euro, significa condividere la prospettiva di un'Unione Europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione”. Perché nel contesto internazionale, “si cede sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa”. “Senza l'Italia – ribadisce Draghi - non c'è l'Europa. Ma, fuori dall'Europa c'è meno Italia. Non c'è sovranità nella solitudine. C'è solo l'inganno di ciò che siamo, nell'oblio di ciò che siamo stati e nella negazione di quello che potremmo essere".

Gli italiani – continua il premier – devono essere “più orgogliosi e più giusti” nei confronti del nostro Paese, riconoscendone i tanti primati, come quello che riguarda il volontariato. Ma occorre combattere la povertà. Ora sono gli italiani a rivolgersi maggiormente alla Caritas e uno su due di chi ha chiesto aiuto nell'ultimo anno, lo ha fatto per la prima volta. La diffusione del virus ha comportato rilevanti impatti sull'occupazione, specialmente quella dei giovani e delle donne. Un fenomeno destinato ad aggravarsi quando verrà meno il divieto di licenziamento. Il punto centrale della riforma sulla sanità è “rafforzare e ridisegnare la sanità territoriale”; agli ospedali bisogna affidare le esigenze sanitarie acute, post acute e riabilitative. La "casa come principale luogo di cura" è oggi possibile con la telemedicina, con l'assistenza domiciliare integrata".

Focus poi su scuola e giovani nel discorso programmatico di Draghi. "La diffusione del Covid – afferma al Senato - ha provocato ferite profonde nelle nostre comunità, non solo sul piano sanitario ed economico, ma anche su quello culturale ed educativo. Le ragazze e i ragazzi hanno avuto, soprattutto quelli nelle scuole secondarie di secondo grado, il servizio scolastico attraverso la Didattica a Distanza che, pur garantendo la continuità del servizio, non può non creare disagi ed evidenziare diseguaglianze". Occorre dunque rivedere il disegno del percorso scolastico annuale, recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno, soprattutto al Sud dove la Dad ha incontrato maggiori difficoltà. Il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza.

Sul tema ambientale, il presidente Draghi cita Papa Francesco: “Siamo stati noi a rovinare l'opera del Signore”. Proteggere il futuro dell'ambiente, conciliandolo con il progresso e il benessere sociale, richiede un approccio nuovo: “digitalizzazione, agricoltura, salute, energia, aerospazio, cloud computing, scuole ed educazione, protezione dei territori , biodiversità, riscaldamento globale ed effetto serra, sono diverse facce di una sfida poliedrica che vede al centro l'ecosistema in cui si svilupperanno tutte le azioni umane". Il riscaldamento del pianeta, l'innalzamento dei mari, le megalopoli che hanno tolto spazio alla natura hanno favorito la trasmissione del virus, ha sottolineato Draghi. Il turismo – continua - avrà futuro solo se capiamo che “dovremo preservare l'ambiente e le città d'arte”. La politica monetaria sarà espansiva, ma “vogliamo lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta”.



Altro tema su cui Draghi si è soffermato è quello delle donne e del divario di genere, “fra i più alti d'Europa nel lavoro”. L'Italia è inoltre tra i peggiori stati in Europa per gap salariale. “Una vera parità di genere non significa un farisaico rispetto di quote rosa richieste dalla legge: richiede che siano garantite parità di condizioni competitive tra generi”. Intendiamo lavorare puntando a un sistema di welfare che permetta alle donne di dedicare alla loro carriera le stesse energie dei loro colleghi uomini, “superando la scelta tra famiglia o lavoro".

Il discorso si fa poi più tecnico su temi quali economia e tasse. Le politiche strutturali dovranno facilitare l'innovazione, l'accesso delle imprese capaci di crescere, con politiche monetarie e fiscali espansive che agevolino gli investimenti e creino domanda per le nuove attività sostenibili che sono state create. Per quanto riguarda i progetti del Next Generation EU, Draghi afferma che “queste risorse dovranno essere spese puntando a migliorare il potenziale di crescita della nostra economia”.

Infine la politica estera: "Questo governo sarà convintamente europeista e atlantista, in linea con gli ancoraggi storici dell'Italia: Unione europea, Alleanza Atlantica, Nazioni Unite. Ancoraggi che abbiamo scelto fin dal dopoguerra, in un percorso che ha portato benessere, sicurezza e prestigio internazionale. Profonda è la nostra vocazione a favore di un multilateralismo efficace, fondato sul ruolo insostituibile delle Nazioni Unite". Ma cruciale “sarà anche la costruzione di una politica europea dei rimpatri dei non aventi diritto alla protezione internazionale, accanto al pieno rispetto dei diritti dei rifugiati".




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