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Il lascito di Mattarella: “È stato il tempo dei costruttori”

"La prima difesa dal virus è stata la fiducia della stragrande maggioranza degli italiani nella scienza, nella medicina, nelle istituzioni. Alle poche eccezioni è stato forse dato uno sproporzionato risalto mediatico", dice il capo dello Stato

21 dic 2021
Il lascito di Mattarella: “È stato il tempo dei costruttori”

Il presidente Mattarella, nel discorso per gli auguri alle alte cariche dello Stato, l'ultimo del Settennato, invita “maggioranza e opposizione a restare unite davanti alle grandi scelte”. Un “atteggiamento costruttivo” che ha premiato negli anni del Covid e sarà ancora una risorsa: “È tempo di chiarezza e lealtà”, raccomanda il capo dello Stato. L'augurio del Capo dello Stato non è di tornare a una normalità che ricalchi la situazione precedente la pandemia, ma che, al contrario, cavalchi la voglia di cambiamento, la necessità di trasformazione e transizione e offra alle generazioni del presente e del futuro una nuova normalità che presenti la necessità di "mutare i nostri stili di vita, dare allo sviluppo una forte qualità ambientale, fare della transizione digitale una leva per migliorare processi produttivi e, al tempo stesso, per migliorare la vita delle persone e delle comunità".

“Adesso la sfida è la ripartenza che, per essere efficace, deve vederci capaci di profondi cambiamenti" dice Mattarella. "La ricostruzione cominciata in questo anno - sottolinea - ha, difatti, come obiettivo quello di fornire risposte nuove a problemi spesso trascurati e che hanno assunto caratteristiche inedite. La pandemia ha posto in luce questioni che riguardano i modelli sociali, il rapporto con l'ambiente, il rispetto dei diritti delle persone e della convivenza, una più equa distribuzione delle opportunità: si tratta di temi cresciuti nella sensibilità comune anche in ragione dell'impegno per sconfiggere il virus".



Il bilancio del 2021, per il Presidente, è positivo. "Quello che sta per concludersi è stato un anno di lavoro intenso, come auspicato al termine del 2020. Con priorità chiare: la lotta alla pandemia e la ripresa della vita economica e sociale del Paese. Credo che possiamo trarne un bilancio complessivamente positivo, per aver alzato la protezione dei cittadini di fronte alla minaccia del virus e per aver rimesso in moto la società".

"I vaccini sono stati la migliore arma di difesa e gli italiani hanno risposto con maturità”, ha dichiarato il presidente. “Anche la macchina organizzativa dello Stato e delle Regioni si è mostrata all'altezza. Grazie all'alto numero di vaccinazioni ci troviamo oggi in condizioni migliori di altre aree d'Europa”. Poi la stoccata alla stampa. "La prima difesa dal virus è stata la fiducia della stragrande maggioranza degli italiani nella scienza, nella medicina. Le poche eccezioni - alle quali è stato forse dato uno sproporzionato risalto mediatico - non scalfiscono in alcun modo l'esemplare condotta della quasi totalità degli italiani". Mattarella esprime riconoscenza “ai nostri medici, agli infermieri, a tutti gli operatori del sistema della sanità che continuano a prodigarsi con abnegazione per curare i malati, per salvare vite", sottolineando “l'impegno delle donne e degli uomini delle Forze Armate, dei Corpi di Polizia, della Protezione civile, di tanti volontari in ogni angolo del Paese".

Anche ieri il presidente della Repubblica ha parlato di "congedo" agli ambasciatori italiani riuniti alla Farnesina ai quali ha confermato che si tratta del suo "ultimo saluto" alla diplomazia. E soprattutto che la linea della politica estera italiana è "imprescindibile" dall'Europa e che non si potrà più tornare indietro. A fine dicembre si congederà dai cittadini.




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