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Il superlatitante Matteo Messina Denaro arrestato a Palermo [video]

L'annuncio è stato dato dal Comandante del ROS dei Carabinieri, Pasquale Angelosanto; e la breaking news ha immediatamente fatto il giro del Mondo. Per l'Italia un giorno storico. Questo è oggi Matteo Messina Denaro; per 3 decenni vennero ciclicamente elaborati identikit, per dare un volto al fantasma del numero 1 di Cosa Nostra. Ossessione di inquirenti ed investigatori, che lo avevano cercato ovunque; attaccando la sua rete di connivenze, il suo impero miliardario. L'appuntamento con il destino, per l'uomo che sfidò lo Stato - nel più crudele dei modi -, è avvenuto alla fine in una clinica privata di Palermo. Dove venne operato un anno fa, sotto falso nome; da allora – pare - periodici cicli di chemioterapia in day hospital. Da tempo si inseguivano voci di una sua grave malattia. I Carabinieri sono stati bravi a cogliere l'attimo.

La certezza è arrivata 3 giorni fa; poi il via libera dei Magistrati del capoluogo al blitz. “Un arresto estemporaneo”, è stato detto. Il boss di Castelvetrano non ha opposto resistenza; ma tutto era stato predisposto – a tempo record – per fronteggiare imprevisti. In manette anche un favoreggiatore. Con questa operazione si mette un punto ad una stagione drammatica.

Impressionate il “cursus honorum” criminale di Messina Denaro: traghettò la mafia del dopo Riina e Provenzano, con un mix di pragmatismo e spietatezza. Condannato all'ergastolo per decine di omicidi; per le stragi del '92, che costarono la vita a due eroi civili come Falcone e Borsellino; per gli attentati dell'anno successivo a Milano, Firenze e Roma. Pare si vantasse di avere “ucciso tante persone da riempire un cimitero”. Per lui c'è ora un conto da pagare. In corso il suo trasferimento in una struttura carceraria di massima sicurezza. 

"Una grande vittoria dello Stato che dimostra di non arrendersi di fronte alla mafia": così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. "All'indomani dell'anniversario dell'arresto di Totò Riina, un altro capo della criminalità organizzata viene assicurato alla giustizia". "I miei più vivi ringraziamenti, assieme a quelli di tutto il governo, vanno alle forze di polizia, e in particolare al Ros dei Carabinieri, alla Procura nazionale antimafia e alla Procura di Palermo per la cattura dell'esponente più significativo della criminalità mafiosa", scrive Giorgia Meloni. "Il governo - prosegue il presidente - assicura che la lotta alla criminalità mafiosa proseguirà senza tregua, come dimostra il fatto che il primo provvedimento di questo esecutivo - la difesa del carcere ostativo - ha riguardato proprio questa materia".

"Palermo e la Sicilia stamattina si sono svegliate con la notizia dell'arresto del capomafia Matteo Messina Denaro: questo sarà un giorno che resterà nella storia del nostro Paese. La cattura del boss rappresenta una grande vittoria dello Stato e una svolta nella lotta che le Istituzioni e le Forze dell'ordine portano avanti nel contrasto al potere mafioso. Il mio sentito ringraziamento va ai Carabinieri del Ros, al procuratore della Repubblica di Palermo Maurizio De Lucia e ai suoi collaboratori che hanno condotto le indagini, e a tutte le donne e tutti gli uomini della Magistratura e delle Forze dell'ordine che, negli anni della latitanza del boss, hanno lavorato senza sosta per raggiungere oggi questo risultato". Lo dice il sindaco di Palermo Roberto Lagalla.

Sulla vicenda interviene anche il sindacato di Polizia Penitenziaria. “L’arresto del capo dei capi della mafia Matteo Messina Denaro deve mettere fine ad ogni ipotesi di revisione del 41 bis innanzitutto per non vanificare il grande lavoro antimafia compiuto”. Ha detto il segretario generale agg. ’O.S.A.P.P, Aldo Di Giacomo.

Nel 2013, a 20 anni dall'inizio della latitanza di Matteo Messina Denaro, San Marino RTV aveva dedicato uno speciale alla storia del boss di Castelvetrano. Quaranta minuti di approfondimento -- con interviste esclusive - a cura del giornalista Gianmarco Morosini, vincitore del Premio Ilaria Alpi, che si è recato nel Palermitano e nel Trapanese nel periodo delle celebrazioni per l'attentato a Falcone. Il Procuratore Aggiunto Teresa Principato, titolare delle indagini per la cattura di Messina Denaro, sottolinea la sua profonda influenza sul tessuto economico del territorio: "Non c'è nulla in cui non abbia una sua parte". Ritenuta, dal magistrato, "assolutamente plausibile" l'ipotesi che il padrino si trovi nascosto proprio nella zona di Castelvetrano. Nello speciale anche il ruolo avuto da Matteo Messina Denaro nella stagione delle stragi di Mafia, e il rapporto tra Massoneria deviata e Cosa Nostra trapanese.


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