ESPOSIZIONE CRONICA

In Italia 80mila morti all'anno per lo smog

Schizzano anche gli indicatori di smog nel cuore della Pianura Padana: Lombardia ed Emilia

In Italia 80mila morti all'anno per lo smog.

L'Italia è il primo Paese in Europa per morti attribuibili all'inquinamento atmosferico con circa 80mila decessi prematuri all'anno. Il riscaldamento degli edifici privati è tra le prime cause, evidenzia la Società italiana di medicina ambientale (Sima).

Gli effetti diretti dello smog non interessano solo i polmoni ma diversi apparati e organi. Colpito anche il sistema nervoso centrale e registrato un aumento della frequenza di ictus, di demenza e di diabete, rischi anche per il feto.

In pericolo soprattutto i più fragili, ma i bambini "sono particolarmente vulnerabili e il loro stato di salute è emblematico degli impatti più ampi dell'inquinamento atmosferico", dice all'ANSA Francesco Forastiere dell'Imperial College of London. "Dobbiamo distinguere i possibili effetti acuti determinati da una situazione contingente come quella che stiamo vivendo, caratterizzata dai picchi di questi giorni - spiega Forastiere - da quelli dovuti a un'esposizione cronica. Nei periodi di picco a rischio sono le persone più sensibili, come i bambini, gli anziani e le persone con patologie pregresse come l'asma bronchiale, la bronchite cronica o le malattie cardiovascolari. Situazione che porta anche a un aumento dei ricoveri ospedalieri e dei decessi. Nel caso di una esposizione continua all'inquinamento atmosferico, come può essere quello di chi abita nella Pianura Padana o lungo strade trafficate, il coinvolgimento riguarda molti organi".

E i bambini "sono l'emblema più importante. Tutti i più piccoli soffrono normalmente di una o due infezioni respiratorie l'anno però quando queste si moltiplicano nel corso dell'anno, quando abbiamo tosse e catarro frequente o addirittura una diagnosi di asma bronchiale, questo significa che si tratta di bambini che soffrono per le condizioni ambientali". Così come gli anziani "per i quali una parte degli ictus e degli infarti o delle demenze sono dovuti all'inquinamento atmosferico".

Da qui l'appello di Forastiere: "Servono piani di qualità dell'aria più radicali e una riduzione importante delle emissioni inquinanti". "L'Oms - riferisce Forastiere - ha emanato nel settembre del 2021 valori guida più stringenti per la concentrazione nell'aria del particolato PM2.5 da 10 microgrammi a metro cubo a 5, e per il Biossido di Azoto (NO2) da 40 a 10. Valori a cui l'Ue dovrà adeguare la sua normativa. In Usa due settimane fa hanno modificato la legge passando il valore limite annuale della concentrazione di PM2.5 da 12 a 9 microgrammi al metro cubo. Anche l'Inghilterra si sta muovendo. La direttiva Europea e l'Italia, per fare un paragone, è ancora ferma a 20 microgrammi".

Da parte sua il presidente della Sima, Alessandro Miani, invita a cambiare gli stili di vita ritenendo non più rinviabile il taglio delle emissioni sottolineando che "le patologie dell'apparato cardiovascolare rappresentano la prima causa di morte in Italia (eventi coronarici e infarto miocardico acuto, 9.000 casi/anno - ictus cerebrali, 12.000 casi/anno), seguiti dalle patologie dell'apparato respiratorio (7.000 decessi prematuri/anno)". "Le polveri sottili e gli ossidi di azoto - spiega - sono in grado di peggiorare lo stress ossidativo e innescare una risposta infiammatoria sistemica a livello dell'apparato vascolare".

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