Il calo di partecipazione è evidente, secondo i dati che riporta l'Istituto di Statistica: se nel 2003 ad informarsi regolarmente di politica era il 66,7% degli uomini a fronte del 48,2% delle donne, nel 2024 questi valori sono calati di 12,6 punti percentuali per i primi e di 5,7 punti per le seconde. Nel 2024 poco più di due donne su cinque (42,5%) si informa settimanalmente di politica, contro il 54,1% degli uomini. I livelli più bassi di partecipazione politica riguardano i giovani fino a 24 anni e, in particolare, i giovanissimi: si informa di politica almeno una volta a settimana il 16,3% dei ragazzi di 14-17 anni e poco più di un terzo (34,6%) dei 18-24enni. A non informarsi mai, invece, sono rispettivamente il 60,2% e il 35,4%.
La disaffezione totale per l'informazione e la discussione politica è più diffusa in presenza di titoli di studio più bassi. Se a non informarsi mai di politica è l'11,3% dei laureati, questa percentuale si innalza fino al 41,2% in presenza di una licenza media. La televisione è il canale informativo più utilizzato. Rispetto al 2003 il suo uso come fonte di informazione politica è diminuito di quasi 10 punti percentuali, passando dal 94 all'84,7%. Si è invece dimezzata, passando dal 50,3 al 25,4%, la quota di cittadini che si informa tramite i quotidiani.
Su Internet si informano soprattutto gli adulti fino a 44 anni, tra i quali le percentuali superano il 60%. Nell'insieme i canali tradizionali e quelli accessibili tramite Internet, la radio e la tv restano i mezzi principali, utilizzati quasi dal 90% della popolazione (89,5%). Secondi, con grande distacco, i quotidiani (41,7%). Un 12,4% usa fonti informali, come amici, parenti e conoscenti, i social network, utilizzati da un cittadino su cinque, e le riviste. Perché non ci si informa? Degli oltre 15 milioni di cittadini, poco meno dei due terzi (63%) hanno disinteresse, più di un quinto (22,8%) ha sfiducia nella politica.