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Italia, è già scontro sui tempi della crisi di governo

La Lega vuole sfiduciare Conte prima di ferragosto, il M5S chiede tempo per il taglio dei parlamentari

di Francesca Biliotti
10 ago 2019
Italia, è già scontro sui tempi della crisi di governo
Italia, è già scontro sui tempi della crisi di governo

La Lega vuole sfiduciare il presidente del Consiglio Conte prima di ferragosto, visto che lunedì pomeriggio si riuniscono i capigruppo in Senato proprio per decidere quando sarà discussa la mozione.

Ma sui tempi è già duello col M5S, visto che Luigi Di Maio fa appello ai partiti per impegnarli col taglio dei parlamentari, prima delle dichiarazioni di Conte alle Camere. Ed anche il Pd vorrebbe votare prima la sua mozione di sfiducia contro Salvini che, dal canto suo, ha già gridato all'inciucio tra i suoi ormai ex alleati e il Partito Democratico, ma questi ultimi hanno già precisato che “non esistono le condizioni per un altro governo, almeno con il Pd”, e Matteo Renzi smentisce “accordicchi segreti” coi 5Stelle.

Anzi, il segretario Zingaretti starebbe già pensando al frontman per le elezioni, che non sarebbe lui in prima persona ma Paolo Gentiloni, anche se sarebbero in corsa pure Carlo Calenda e Giuseppe Sala. Le date più verosimili per la discussione in Senato, comunque, sono 19 e 20 agosto.

Ma chi appoggerà la mozione leghista non è così scontato, il senatore di LeU Laforgia, ad esempio, ha già detto no, “non voterò una mozione proposta dalla Lega – ha puntualizzato – né agevolerò un crono-programma deciso tra un mojito e un negroni sulla spiaggia”.

Tra chi sostiene che la Lega abbia voluto staccare la spina al governo proprio adesso, nonostante un M5S tutto sommato disponibile, per evitare una legge di bilancio 2020 difficile, è infine Carlo Cottarelli, chiamato dal presidente Mattarella a presiedere un governo tecnico, un anno fa. Non c'erano soldi per varare sia la flat tax che il salario minimo, è la sua teoria, e aumentare il deficit avrebbe portato allo scontro con Tria e Conte.

Meglio staccare subito e, in caso di vittoria della Lega alle elezioni, scontrarsi direttamente con l'Europa.


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