Il rapporto sul mercato del lavoro presentato all'Istituto di Statistica certifica la sostanziale tenuta dell'occupazione.
Subito le buone notizie, il Pil va male, ma l'occupazione non sembra risentirne.
Istat insieme a Ministero del Lavoro, Inps, Inail e Anpal sottoscrivono una sostanziale tenuta del mondo del lavoro: nel secondo trimestre 2018 erano 23,3 milioni le unità impiegate, massimo storico, dopo i dati già incoraggianti del 2017: col 58,5%, il tasso di occupazione sfiora il record, mentre quello di disoccupazione si attesta al 10,6%, -0,6% in un anno. I lavoratori dipendenti raggiungono la vetta storica di 18 milioni, nel quarto trimestre 2018 l'occupazione permanente torna a crescere dello 0,1%. Preoccupano però i giovani.
Fenomeno opposto rispetto agli adulti che sono invece sottoistruiti: i giovani dunque non riescono a spendere il proprio capitale umano accumulato grazie al grado di istruzione, gli adulti sembrano invece avvantaggiati. Il sottoutilizzo comporta la migrazione: tra i dottori di ricerca del 2014 occupati, il 18,8% vive e lavora all'estero. E a proposito di ingressi nel mondo del lavoro, nel 2017 ve ne sono stati 773mila di 15-29enni, in crescita del 28,4% rispetto al 2016, ma il 50% dei contratti è a tempo determinato, seguito da apprendistato (14%), e lavoro intermittente (12%): solo il 9% avviene col tempo indeterminato.
Francesca Biliotti
Nel video l'intervista a Roberto Monducci Capo dipartimento statistica Istat
Subito le buone notizie, il Pil va male, ma l'occupazione non sembra risentirne.
Istat insieme a Ministero del Lavoro, Inps, Inail e Anpal sottoscrivono una sostanziale tenuta del mondo del lavoro: nel secondo trimestre 2018 erano 23,3 milioni le unità impiegate, massimo storico, dopo i dati già incoraggianti del 2017: col 58,5%, il tasso di occupazione sfiora il record, mentre quello di disoccupazione si attesta al 10,6%, -0,6% in un anno. I lavoratori dipendenti raggiungono la vetta storica di 18 milioni, nel quarto trimestre 2018 l'occupazione permanente torna a crescere dello 0,1%. Preoccupano però i giovani.
Fenomeno opposto rispetto agli adulti che sono invece sottoistruiti: i giovani dunque non riescono a spendere il proprio capitale umano accumulato grazie al grado di istruzione, gli adulti sembrano invece avvantaggiati. Il sottoutilizzo comporta la migrazione: tra i dottori di ricerca del 2014 occupati, il 18,8% vive e lavora all'estero. E a proposito di ingressi nel mondo del lavoro, nel 2017 ve ne sono stati 773mila di 15-29enni, in crescita del 28,4% rispetto al 2016, ma il 50% dei contratti è a tempo determinato, seguito da apprendistato (14%), e lavoro intermittente (12%): solo il 9% avviene col tempo indeterminato.
Francesca Biliotti
Nel video l'intervista a Roberto Monducci Capo dipartimento statistica Istat
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