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Le scarpe Lidl a ruba nei discount di tutta Italia, ecco perché

di Michele Giardi
18 nov 2020
Al centro le scarpe Lidl
Al centro le scarpe Lidl

Ieri, in tutta Italia, i discount Lidl sono stati presi d'assalto nonostante i divieti di assembramenti. Il motivo? La messa in vendita di una linea di sneakers blu e gialle con il marchio della catena europea di supermercati, dal prezzo di 12,99 euro, di cui si attendeva da tempo l'arrivo nello stivale. Esauriti ovunque anche altri capi di abbigliamento con il brand Lidl, ovvero le ciabatte da 4,99 euro, i calzini di spugna da 2,99 euro e le t-shirt da donna e da uomo da 4,99 euro. Un fenomeno di culto che ha dei precedenti in Germania, Finlandia, Belgio, e Gran Bretagna. 

Alla base del successo una strategia di marketing vincente che ha fatto impazzire una nicchia di mercato di amanti dello "streetwear", che preferiscono la moda casual ai grandi marchi. Un apprezzamento anche indirizzato da numerose campagne social di influencers e tiktokers popolari fra giovani e giovanissimi come Fedez, che aveva indossato i calzini in un recente video. L'associazione di un marchio estraneo al mondo del fashion all'abbigliamento ha creato una vera e propria caccia all'articolo, che interessa sia gli amanti del kitsch di tutto il mondo, che diversi osservatori del fenomeno che hanno ben pensato di rivendere i pezzi sul web su aste online a prezzi maggiorati.

Sneakers, ciabatte, calzini e t-shirt sono stati infatti prodotti in edizione limitata e la stessa Lidl non conferma se e quando torneranno disponibili. Su Ebay il prezzo di partenza parte in alcuni casi dal valore reale delle scarpe, ma raggiunge anche le migliaia di euro. Ad esempio un paio delle stesse scarpe, provenienti dal Regno Unito, viene proposto ad un prezzo di vendita di oltre 10mila euro.

Anche a Rimini ieri gli scaffali con i capi di abbigliamento de sono stati svuotati nel giro di 20 minuti dall'orario di apertura. Il caso più eclatante a Roma, dove una vera e propria folla si è formata nel supermercato in zona Magliana, nonostante il divieto di assembramento. Non erano stati infatti posti limiti sulla quantità di pezzi a disposizione per cliente e c'è chi ne ha fatto incetta, per indossarla, o più probabilmente per guadagnare una piccola fortuna con un investimento minimo.


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