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Mattarella dice sì alla legittima difesa, ma scrive a Conte e alle Camere

Il presidente ha voluto puntualizzare che il ruolo dello Stato non viene meno sulla sicurezza dei cittadini

di Francesca Biliotti
26 apr 2019
Mattarella dice sì alla legittima difesa, ma scrive a Conte e alle Camere
Mattarella dice sì alla legittima difesa, ma scrive a Conte e alle Camere

La promulgazione è arrivata quasi un mese dopo dal definitivo sì del Senato, segno che il capo dello Stato ha voluto riflettere a lungo prima di dare il proprio assenso. La promulgazione c'è, la legittima difesa ora è valida ed efficace, ma non senza puntualizzazioni, che Mattarella ha messo nero su bianco in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Conte e ai presidenti del Parlamento, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico. Il provvedimento, ricorda il presidente, si propone di “ampliare il regime di non punibilità a favore di chi reagisce legittimamente a un'offesa ingiusta, realizzata all'interno del domicilio”. Ma, sottolinea al tempo stesso, “la nuova normativa non indebolisce né attenua la primaria ed esclusiva responsabilità dello Stato nella tutela della incolumità e della sicurezza dei cittadini”. Il ruolo dello Stato insomma, ribadisce il presidente, attraverso le forze dell'ordine, non viene meno. Così come lo stato di “grave turbamento”, introdotto dalla legge, dovrà essere riconosciuto oggettivamente e non può essere invocato soggettivamente, o chi ha sparato potrebbe sempre dire di aver agito in stato di grave turbamento ed evitare così processi per eccesso di legittima difesa. Il presidente segnala infine due errori materiali: alcune garanzie fornite dalla legge non si estendono al di fuori del domicilio, né al reato di rapina, più grave del furto o dello scippo. Che la legge si muovesse sul filo dell'incostituzionalità era rischio notorio, l'Associazione nazionale magistrati ha fatto sapere che, al minimo dubbio, andrà al vaglio della Consulta.


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