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Omicidio Pierina, la famiglia denuncia decine di hater e punta il dito contro i coniugi Dassilva

Alla vigilia della seconda udienza del processo per la morte della pensionata riminese, gli avvocati della famiglia parlano di precisa strategia difensiva tesa ad abusare della credulità popolare, manovrare l'opinione pubblica e influenzare il processo

17 ott 2025
Omicidio Pierina, la famiglia denuncia decine di hater e punta il dito contro i coniugi Dassilva

"Ci dicono che ci dobbiamo vergognare, ma di cosa? Questo è il mondo alla rovescia dove la famiglia della vittima viene colpevolizzata e l'imputato coccolato". Chiara Saponi, figlia di Pierina Paganelli, interviene all'Ansa alla vigilia della seconda udienza in Corte d'Assise, lunedì prossimo, a carico di Louis Dassilva, unico imputato per l'omicidio avvenuto la sera del 3 ottobre 2023 in via del Ciclamino a Rimini.

Sono due le situazioni nel mirino della famiglia Saponi. La prima riguarda i cosiddetti "leoni da tastiera" che continuano duramente ad attaccare la famiglia di Pierina Paganelli. Gli avvocati della famiglia, Monica e Marco Lunedei e Alfredo Andrea Scifo hanno prodotto un corposo dossier sui commenti sul web che secondo i legali rientrerebbe in una ben precisa strategia difensiva tesa ad abusare della credulità popolare, manovrare l'opinione pubblica e influenzare il processo. "È una strategia mediatica che emerge dagli atti di indagine - precisa l'avvocata Monica Lunedei -. La leggiamo nei documenti come le intercettazioni perché Valeria Bartolucci la riferisce al marito, Louis Dassilva unico indagato per l'omicidio, durante i colloqui in carcere. L'abbiamo vista in tv, questa strategia e su alcuni canali YouTube che hanno attinto a mani basse dai consulenti di difesa ottenendo degli atti o delle informazioni distorte e parziali.

Si attacca la nipote di Pierina che all'epoca era minorenne suggerendo un suo coinvolgimento nell'omicidio. Del resto è la stessa Bartolucci che ripete da mesi che lei è convinta che siano stati in due o tre ad uccidere Pierina. Assurdità messe in rete con un preciso intento di influenzare il processo. C'è una vera e propria aggressione nei confronti della famiglia della vittima che non può più essere tollerata".

L'indagine della Procura della Repubblica, coordinata dalla sostituta procuratrice, Alessia Mussi, sta procedendo allargandosi a macchia d'olio con una pioggia di denunce anche da altri legali e già diversi nomi sarebbero stati iscritti nel registro degli indagati. "Bisogna tutelare il sereno svolgimento del processo".

L'altra situazione riguarda l'atteggiamento dei coniugi Dassilva in aula. "Chiediamo solo un po' di umanità e rispetto - dichiara Chiara Saponi - visto che ci troviamo in Tribunale e si sta parlando di una donna e una mamma uccisa. Francamente durante la prima udienza abbiamo visto poca empatia per l'unica vera vittima di questa vicenda".

"Se l'empatia non ce l'hai, non posso importela, ma il rispetto in aula sì, non tanto per noi ma per il luogo e il tema grave in esame ", dice Chiara che la scorsa udienza era presente in Tribunale con i fratelli Giacomo e Giuliano Saponi, le sorelle di Pierina e i nipoti, tutti costituiti parti civili difese dagli avvocati Marco e Monica Lunedei, e Alfredo Andrea Scifo. "In aula - continua - ho visto occhiolini e risatine, baci a distanza e sventolii di ventagli".

Il riferimento è agli atteggiamenti di Valeria Bartolucci moglie dell'imputato durante il processo in cui era intervenuta - a suo dire - per dare sostegno al marito. "Ogni volta che durante l'udienza sentivo parlare di vittima, fendenti e aggressioni - argomenta - mi stringeva il cuore e dovevo assistere ad una così marcata assenza di umanità. Vorrei ribadire che in questa vicenda c'è una sola vittima ed è mia mamma.

Per noi figli - prosegue Chiara Saponi - è già dura non averla più, e poi nella vita di tutti i giorni ti arrivano sassate, commenti crudeli contro di noi. Ci dicono che ci dobbiamo vergognare, ma di cosa? Questo è il mondo alla rovescia dove la famiglia della vittima viene colpevolizzata e l'imputato coccolato. Io sono convinta che ad uccidere mia mamma sia stato Dassilva perché ho letto l'indagine del pm Daniele Paci e tutto porta a lui". Ad ogni modo, puntualizza la figlia di Pierina Paganelli, "durante l'udienza ho tentato di incrociare lo sguardo dell'imputato ma lui non ci ha mai guardato. Chi ha ucciso mia mamma nel buio in quel modo, per me, è solo un vigliacco e continua a comportarsi così".

Durante il processo probabilmente la pubblica accusa sarà costretta a far ascoltare ai giurati quella che è una delle prove fondamentali contro Dassilva, l'audio dell'aggressione del 3 ottobre. "So già che sarò avvisata ed uscirò dall'aula - conclude Chiara Saponi -: il dolore è troppo forte ma chi ha fatto urlare così mia mamma merita l'ergastolo".






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