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Omicron, immunologo Le Foche: “Ponte per il passaggio dalla fase pandemica a quella endemica del Coronavirus”

Per Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, l'ultima variante rappresenta il “virus più contagioso della storia, rischiamo due milioni di positivi”

3 gen 2022
Il professore Francesco Le Foche (Foto: rainews)
Il professore Francesco Le Foche (Foto: rainews)

Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, conferma che al crescere dei nuovi casi di Covid-19 "non corrisponde un parallelo incremento dei ricoveri" ma "con questo tasso di crescita dei casi rischiamo comunque di intasare gli ospedali perché si può arrivare a 2 milioni di positivi". "Tutte le misure messe in campo finora dal governo - ha affermato alla trasmissione 'L'Italia s'è desta" su Radio Cusano Campus - sono una sommatoria di pannicelli caldi che non riescono a rallentare la circolazione del virus".



"Abbiamo una quantità enorme di casi, mai vista - prosegue Cartabellotta - tanto che molti hanno definito la Omicron come il virus più contagioso della storia e i numeri che stiamo vedendo la dicono chiaro in questo senso. Abbiamo in media mobile circa 100mila casi al giorno". E avere 100mila persone positive al giorno significa che "1100 vengono ricoverate in area medica e 120 in terapia intensiva. Sicuramente è dovuto all'aumento delle dosi booster e ci auguriamo anche alla minore virulenza della variante omicron". Se la congestione degli ospedali è "meno veloce, però comunque l'impatto c'è. Se anche il tasso dei ricoveri fosse l'1% avremmo 20mila persone in ospedale". Bisogna dunque provare ad abbassare la circolazione del virus. In primis, per Cartabellotta, "bisogna limitare i contatti sociali, magari incrementando lo smart working".

Di oggi anche l'intervista, sul Corriere della Sera, dell’immunologo Francesco Le Foche secondo cui variante Omicron sarà il ponte per il passaggio dalla fase pandemica a quella endemica del Coronavirus. “Il virus - spiega -, replicando nelle prime vie aeree, è molto più contagioso ma arriva meno in profondità e quindi è meno patogenico”. “Credo che nel giro di due o tre mesi arriveremo - prevede il professore del policlinico Umberto I di Roma -, alla fase endemica, nella quale dovremo imparare a convivere con il virus non tralasciando comportamenti attenti e responsabili. Perché ciò avvenga è però necessario procedere con le vaccinazioni”.





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