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Papa Francesco apre la Porta Santa nel carcere di Rebibbia: "La speranza non delude mai"

Un gesto simbolico per il Giubileo della Speranza coinvolge detenuti e personale penitenziario.

26 dic 2024
Papa Francesco apre la Porta Santa nel carcere di Rebibbia: "La speranza non delude mai"

Papa Francesco ha aperto la Porta Santa del Giubileo nel carcere di Rebibbia, un atto dal forte valore simbolico che sottolinea l’attenzione del Pontefice verso i detenuti e il loro percorso di redenzione. Dopo aver inaugurato la Porta Santa della Basilica di San Pietro, Francesco ha scelto il penitenziario romano come luogo per la seconda apertura, dichiarando: "Ho voluto che fosse qui, in un carcere, per dare a tutti la possibilità di spalancare le porte del cuore. La speranza non delude mai. "

Un messaggio di speranza e riconciliazione
Papa Francesco, accompagnato dal vescovo ausiliare di Roma, Mons. Benoni Ambarus, ha attraversato a piedi la Porta Santa di Rebibbia, simbolo dell'apertura alla misericordia divina. Durante l'omelia, il Papa ha ribadito l’importanza di mantenere viva la speranza: "Pensate alla speranza come a un’àncora: siamo attaccati a essa e non dobbiamo mollare. Anche nei momenti difficili, la speranza non delude." Alla celebrazione, tenutasi nella cappella del carcere, erano presenti circa 300 detenuti, insieme al personale della polizia penitenziaria e a diverse autorità, tra cui il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo.

Un Giubileo inclusivo
Con questo gesto, Papa Francesco ha esteso il messaggio del Giubileo della Speranza oltre i confini delle basiliche, portandolo simbolicamente in uno dei luoghi più emarginati. "Abbiamo spalancato questa porta oggi – ha detto – ma il vero invito è spalancare le porte del cuore." Il Pontefice, che ha salutato uno ad uno i presenti al termine della messa, ha ricevuto doni realizzati dai detenuti, tra cui una riproduzione della Porta della Chiesa del Padre Nostro, realizzata con i legni dei barconi dei migranti, e un cesto contenente prodotti artigianali delle detenute. Anche l’Amministrazione Penitenziaria ha offerto un quadro raffigurante Cristo, dipinto da un ex poliziotto penitenziario.

Un ponte verso il futuro
Durante la visita, Francesco ha ribadito il suo impegno per i detenuti, ricordando che "il giorno del giudizio saremo giudicati su questo: ero in carcere e mi hai visitato." Rispondendo ai giornalisti, ha aggiunto: "Ogni volta che entro in un carcere mi chiedo: perché loro e non io? Tutti possiamo scivolare, ma non dobbiamo mai perdere la speranza." Prima di concludere, Francesco ha visitato il presepe realizzato dai detenuti e ha augurato a tutti un anno migliore: "Vi auguro un grande Giubileo, molta pace e serenità. Prego ogni giorno per voi, e voi pregate per me." Con questa celebrazione a Rebibbia, il Giubileo della Speranza assume un significato ancora più profondo, chiamando tutti a riflettere sulla misericordia, sulla riconciliazione e sulla capacità di rinnovare il proprio cuore.





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