Logo San Marino RTV

Pesaro, sequestrati due centri massaggi: “offrivano prestazioni sessuali”. Indagini in corso

Operazione della Guardia di Finanza tra Pesaro e Fano: sotto sequestro due centri benessere. I titolari, entrambi stranieri, sono indagati per favoreggiamento della prostituzione.

24 giu 2025
Foto: Google Maps
Foto: Google Maps

A Pesaro e Fano, due centri massaggi sono stati posti sotto sequestro nell’ambito di un’indagine per favoreggiamento della prostituzione. L’operazione è stata condotta dalla Guardia di Finanza su mandato della Procura della Repubblica di Pesaro, che coordina l’inchiesta avviata nel 2024.

Al centro dell’indagine, due attività apparentemente regolari: centri benessere registrati come esercizi per il relax e i massaggi orientali. Ma secondo gli inquirenti, dietro l’apparenza si celava un’attività illecita. Prestazioni sessuali a pagamento sarebbero state offerte abitualmente ai clienti, come confermato da testimonianze dirette e da materiale sequestrato durante le perquisizioni: contanti non tracciati, documenti fiscali sospetti e ricevute legate a siti di incontri a pagamento.

Uno dei locali sequestrati è il cosiddetto “Centro Tuina” di via Lanza a Pesaro, situato al piano terra di una palazzina residenziale. Secondo quanto riportato dal Resto del Carlino, era frequentato quasi esclusivamente da uomini over 60, soprattutto in tarda serata. Una vicina ha raccontato che il centro “era sempre aperto, anche nei festivi”, e che si notava “un continuo andirivieni serale”.

Sul sito web del centro, intanto, si leggevano frasi come “esperienze uniche di benessere” offerte da “dolcissime ragazze, giovani e professionali”. Le stesse che, secondo le indagini, avrebbero fornito prestazioni a sfondo sessuale, violando le norme italiane.

I due titolari delle attività, entrambi cittadini stranieri, risultano ora indagati. Le accuse a loro carico sono pesanti: avrebbero gestito un sistema strutturato per offrire sesso a pagamento, mascherandolo dietro la formula del centro benessere.

L’intervento delle Fiamme Gialle rientra in un piano più ampio di contrasto all’economia illegale e alle forme di sfruttamento celate in attività commerciali all’apparenza lecite. Resta da chiarire come i centri abbiano potuto operare così a lungo senza attirare l’attenzione delle autorità.

Al momento, si tratta di indagini preliminari: come previsto dalla legge, gli indagati devono essere considerati innocenti fino a prova contraria. Tuttavia, con il sequestro preventivo già disposto, le attività sono chiuse. E il cartello “aperto”, che lampeggiava fino a poche ore prima, ha lasciato spazio al sigillo della magistratura.





Riproduzione riservata ©