POLITICA ITALIA

Referendum cittadinanza, flop nel flop: unico quesito dove i sì sono più bassi

Ballottaggi, a Matera vince centrodestra che partiva in svantaggio al primo turno; al centrosinistra vanno Taranto e Nuoro

A Matera la grande sorpresa del ballottaggio, Antonio Nicoletti, candidato del centrodestra unito, esce rafforzato col 52% dei consensi. Grande delusione per Roberto Cifarelli, centrosinistra, che risultava in vantaggio al primo turno. Matera è stato l'unico comune lucano a superare il quorum per i referendum, con un'affluenza del 53,3%. Il centrosinistra si aggiudica invece Taranto e Nuoro. Ma naturalmente gli occhi sono ancora tutti puntati sulla tornata referendaria, che si è tramutata in un grande flop, il quorum ha superato di pochissimo il 30%, quindi assai lontano dal 50+1 necessario. In particolare, il quesito sulla cittadinanza, che chiedeva di abbassare a 5 anni il tempo necessario per richiederla, da parte di uno straniero, si è rivelato un flop nel flop: è stato l'unico referendum dove il sì non si è imposto oltre l'80%, ma si è fermato al 65%, mentre un 38% quasi di elettori ha deciso di recarsi alle urne, ma per votare no. Non ha fatto come la presidente del Consiglio insomma, che non ha comunicato data e orario precisi della sua visita di cortesia al seggio, dove si è recata senza ritirare le schede. Per il suo vice, Antonio Tajani, è anche ora di cambiare la legge sui referendum alzando il numero di firme necessarie, mentre al contrario c'è chi all'opposizione, come Riccardo Magi, vorrebbe abolire del tutto il quorum. “Leggo esultanze sguaiate dei tifosi della politica – ha commentato Giuseppe Conte, M5S – Portate rispetto a 14 milioni di cittadini che sono andati a votare, e che hanno votato sì a maggiori tutele nel mondo del lavoro”. Secondo Elly Schlein l'alternativa è più vicina “grazie alla straordinaria piazza di sabato per Gaza e per i 14 milioni che sono andati a votare, nonostante presidente del consiglio e maggioranza invitassero a fare l'opposto. Alle prossime politiche non sarà l'astensionismo a salvarli”, mentre per Matteo Renzi “il referendum della Cgil è stato un errore politico, una scelta ideologica, per regolare i conti col passato. Comunque assistiamo alla trasformazione di Giorgia Meloni – conclude – un tempo festeggiava i risultati delle elezioni, adesso festeggia solo quando la gente non va a votare”.

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