Cinquant’anni di impegno e oltre 2.700 studenti coinvolti: Rimini rinnova il suo legame con la memoria storica e si prepara a un nuovo Viaggio della Memoria. Dal 4 al 7 novembre cinquanta studenti delle scuole superiori riminesi visiteranno i campi di concentramento di Mauthausen, Gusen e Hartheim, con un percorso formativo cofinanziato dalla Regione Emilia-Romagna.
L’iniziativa arriva in un momento segnato dalle dichiarazioni della ministra Eugenia Roccella, che al convegno dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane ha definito i viaggi ad Auschwitz “gite” e strumenti per “incentivare l’antifascismo”. Parole che hanno suscitato dure reazioni politiche e l’indignazione della senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz: “Stento a credere che una ministra della Repubblica possa avere detto che sono stati incoraggiati per incentivare l’antifascismo. La formazione dei nostri figli e nipoti deve partire dalla conoscenza della storia. La memoria della verità fa male solo a chi ha scheletri negli armad..”
Anche il Comune di Rimini interviene con una nota ferma: “Le dichiarazioni della ministra meritano una risposta chiara. La posizione dell’Amministrazione è coerente con quella della senatrice Segre”, si legge. “Dopo questa presa di posizione, che delegittima un’azione educativa orientata ad approfondire i fatti della Shoah, diventa ancora più necessario ribadire l’importanza di questi percorsi formativi”.
Rimini vanta un primato storico: già nel 1964 fu la prima città italiana a promuovere viaggi studio nei luoghi della deportazione, anticipando di decenni i percorsi istituzionali oggi diffusi in tutta Italia. L’iniziativa, divenuta “Attività di Educazione alla Memoria”, ha formato oltre 10.000 studenti e insegnanti, con incontri, seminari e testimonianze di sopravvissuti come Liliana Segre, Sami Modiano, Shlomo Venezia e le sorelle Bucci.
“Lo studio dei crimini nazifascisti – sottolinea il Comune – rappresenta un’opportunità di riflessione sul male e sul valore della responsabilità individuale. L’obiettivo è dare ai giovani strumenti critici per guardare ai fatti dell’attualità, riconoscendo gli errori, anche quelli del proprio Paese”.
Nel 2021 Rimini è stata riconosciuta “Città della Memoria” dal Ministero dell’Interno e dall’Unione delle Comunità ebraiche, a conferma di un impegno che l’amministrazione ribadisce con forza: “Non si può rinunciare a combattere con le armi dello studio, del dialogo e dell’educazione per sconfiggere l’odio e abbattere i muri di ogni forma di discriminazione.”