
Una condanna a dieci anni a seguito dell'accusa di atti sessuali su minore. A chiederla - come riportano il 'Corriere di Romagna' e l'edizione locale de 'il Resto del Carlino - la Procura di Rimini, con il Pm, Davide Ercolani, nei confronti di un cittadino sudamericano, oggi 27enne, a processo per avere messo incinta, quando aveva 23 anni - una cugina, allora 12enne. All'uomo, difeso dall'avvocato Enrico Graziosi, viene contestata l'ipotesi di atti sessuali su minore e non la violenza sessuale - il giovane, ha ammesso di aver consumato un rapporto con la piccola - poiché la minorenne ha ammesso di essere stata consenziente. Il Pm - raccontano ancora i due quotidiani riminesi - ha invece chiesto l'assoluzione per altri quattro capi di imputazione pendenti sul 27enne tra cui la violenza sessuale su un'altra minorenne, sempre 12enne, che, durante la testimonianza resa in aula nel corso dell'ultima udienza, ha confessato di aver inventato il suo racconto.
Per l'imputazione di atti sessuali su minore la difesa del 27 ha chiesto l'assoluzione sostenendo che il suo comportamento sarebbe maturato in un ambiente culturale e sociale diverso dal nostro, con fatti considerati reati dall'ordinamento giuridico italiano ma spesso accettati o approvati. Gli stessi genitori della ragazzina, è stato osservato, avevano avuto figli quando erano appena adolescenti. L'udienza è stata rinviata ad aprile per repliche e sentenza. A far scattare le indagini nei confronti del 27enne - fermato dai Carabinieri nel novembre del 2020 - era stata una denuncia presentata i genitori della 12enne dopo avere scoperto era rimasta incinta. A segnalare al preside e alla famiglia il rigonfiamento della pancia della giovane erano state le sue insegnanti di scuola. Dopo una visita il pediatra, aveva inviato la piccola in Ospedale dove era stato appurato che fosse incinta all'ottavo mese di gravidanza.