
Tra i volantini appesi ai pali della luce di Marina Centro, a Rimini, accanto a lezioni private e bici usate, da giorni spicca un annuncio insolito: si cerca un piccione domestico scomparso. Non un cane né un gatto, ma un piccione, appunto. E non uno qualunque. A raccontare la sua vicenda, il Resto del Carlino.
Il suo nome è Ringo. Cresciuto in casa da Bodil Larsen, cittadina danese che vive a Rimini da oltre mezzo secolo, Ringo era tutto fuorché un uccello selvatico. Salvato ancora pulcino, quando cadde dal nido in estate e stava per soccombere sotto le formiche, è stato allevato con affetto e dedizione. Dormiva su un cuscino, giocava con un pupazzo a forma di procione e condivideva gli spazi con due gatti. Si appollaiava sulla spalla della padrona, riconosceva il suo nome — un omaggio a Ringo Starr — e difendeva con tenacia la sua cuccia.
Grazie al supporto di una comunità Facebook specializzata, Bodil ha imparato a nutrirlo e comprenderlo. Semi di girasole in piccole dosi, niente pane, una dieta studiata come per qualsiasi altro animale da compagnia.
Ma un giorno, per un attimo di distrazione, Ringo è volato via. Era sulla spalla di Bodil quando la porta si è aperta. Non sapeva volare bene, né sopravvivere da solo: istinto e curiosità lo hanno spinto oltre il balcone, verso l’ignoto. Da allora, nessuna traccia.
"Vorrei solo sapere che non ha sofferto", confessa Bodil, commossa. E intanto pensa a dare una nuova casa a un altro piccione in difficoltà.
La storia di Ringo ci ricorda che anche gli animali più comuni, se osservati con attenzione, possono insegnarci l’empatia e la bellezza della cura.