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Salvini sminuisce il "Russiagate" italiano, mentre i 5 Stelle confermano la linea No Tav

25 lug 2019
Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Foto ansa
Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Foto ansa

Il giorno dopo l'informativa del premier al Senato il leader leghista torna ancora all'attacco sulla vicenda dei presunti fondi russi alla Lega. "Mi interessano meno di zero". Così il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha commentato su Radio anch'io le parole del premier Giuseppe Conte ieri in Senato.

"C'è un'inchiesta e buona caccia al tesoro che non c'è", ha detto in un altro passaggio parlando del cosiddetto 'Russiagate' italiano. Il vicepremier ha sminuito il caso parlando di un caso di "fantasy di spionaggio in Russia", "una storia dell'estate". "Ci pagano per far lavorare le persone, per sistemare strade e autostrade", ha sottolineato Salvini, aggiungendo che "ieri Conte al Senato ha detto quello che dico io da settimane. Non ho mai preso un rublo, vado all'estero per far politica non per far accordi commerciali. Incontrare ministri è il mio lavoro, per l'interesse nazionale italiano".

Intanto fra i 5 stelle prosegue il dibattito sulla Tav. Ieri è intervenuto anche Beppe Grillo sul suo blog, dicendosi "molto scontento" della situazione che si è venuta a creare. "Saremo in Francia in un minuto e ci metteremo tre mesi a trovare una differenza, però, forse - scrive Grillo - avremo tolto di mano l'ennesimo pretesto ai fantocci dell'economia finanziaria. Decida il parlamento, è la democrazia bellezze (teniamocela stretta)". "Il senso di questa opera inutile - aggiunge - lo abbiamo sotto gli occhi tutti quanti: evitare che il paese smotti ancora di più verso la paura".

Sul caso è intervenuto anche ieri sera Luigi Di Maio su facebook. "In queste ore - dice in un video - si sta dicendo che il M5S sta smentendo il premier Conte. Io ho piena fiducia in Conte" ma, allo stesso tempo, "il M5S resterà coerente e resterà sempre No Tav. Fermare la Tav è possibile. Basta votare in Parlamento". "Noi in parlamento ci vogliamo andare con la forza della coerenza e del 33% che abbiamo. Abbiamo sempre detto che da Nord e Sud la priorità non era mettere soldi nella Torino-Lione ma in altre opere", sottolinea.


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