Logo San Marino RTV

"Scusa Benito" per servire una cliente di colore, denunciato il cameriere

20 ago 2020
Adjisam Mbengue (facebook)
Adjisam Mbengue (facebook)

Adjisam Mbengue, italiana di origine senegalese, si affida ad un video su facebook per denunciare un episodio avvenuto in un ristorante di Viserbella. La donna si trovava a tavola assieme alla famiglia quando il cameriere, dopo aver preso l'ordine delle pizze, si sarebbe girato verso un quadro di Mussolini, avrebbe fatto il saluto romano e poi detto 'scusa Benito' per avere clienti dalla pelle nera.  "Per quel saluto fascista, - racconta - mi sono offesa non come donna nera, ma come italiana". "Non era una bottiglia, non era un souvenir di Predappio, - specifica - era proprio un quadro con un mezzo busto di Benito Mussolini avvolto dalla bandiera italiana". sottolinea come la presenza dei figli le abbia fatto capire "che era il momento di denunciare e non subire".Di quegli insulti razzisti o dell'eventuale apologia del fascismo se ne occuperanno ora i carabinieri di Rimini. "La foto l'ha tolta e ci ha chiesto scusa - continua la donna - ma le scuse non bastano per gesti simili, ecco perché abbiamo denunciato".

Le parole razziste del cameriere sarebbero state sentite anche da altri clienti del ristorante che oggi è stato inondato di messaggi minacciosi al telefono e su Facebook. La titolare del ristorante Nunzia spiega all'Ansa di avere ricevuto una quindicina di telefonate con insulti e  richieste di chiusura del locale dopo che il video è stato postato sui social. "All'origine di tutto - spiega all'Ansa - ci sarebbe una cassa di vino di Predappio, con la cartina geografica e la faccia di Mussolini", chiarendo di non aver mai avuto un suo quadro. "La scatola - continua - l'avevamo appoggiata davanti ad una finestra che non chiude bene. Insomma per tappare un buco, ma adesso l'abbiamo tolta". Dal ristorante aperto da 12 anni, si dicono "apolitici perché chi fa questo mestiere al pubblico non può essere razzista, figuriamoci abbiamo anche il menù in arabo noi". 

"Spero nel profondo del cuore che tutto ciò sia frutto solo di un gigantesco equivoco", comunque "grave", commenta costernata la vice sindaca di Rimini, Gloria Lisi. Grave a suo avviso anche "la presenza in un locale pubblico dell'effigie di Benito Mussolini, in sfregio alle leggi vigenti sull'apologia del fascismo". "Esigo immediate spiegazioni e riscontri fattuali - aggiunge - perché se fosse accaduto quanto riferito sarebbe una cosa talmente vergognosa e disumana che il Comune di Rimini si affiancherebbe immediatamente e senza indugio alcuno alla denuncia della donna".

Sdegno anche dall'Anpi riminese. "Mentre nella piazza centrale la città omaggiava Mario Capelli, Luigi Nicolò e Adelio Pagliarani - dice la presidente provinciale Giusi Delvecchio - i Tre Martiri che 76 anni prima sacrificarono la propria giovane vita in nome di un sogno di pace, libertà e democrazia appesi con una corda nazifascista in quello stesso luogo, in un ristorante del riminese va in scena uno di quegli episodi che troppe volte oramai siamo abituati a vedere e a leggere sui giornali".

La denuncia della donna sui social

 




Riproduzione riservata ©