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Ucraina, Letta: “Questa guerra è in Europa e l'Europa deve fermarla”

Per il segretario del Pd, l'Ue, unita, deve spingere Putin alla pace: "Non facciamoci guidare dagli Usa"

9 mag 2022
Ucraina, Letta: “Questa guerra è in Europa e l'Europa deve fermarla”

“Putin va fermato, fiaccato, spinto alla pace". Lo dice Enrico Letta, segretario del Partito democratico, in un'intervista sul Corriere della Sera, dove spinge per il cessate il fuoco e la tregua. Sul fronte del conflitto "i cinque grandi Paesi, Italia, Francia, Germania, Spagna e Polonia devono muoversi ora, uniti, per la pace. Andare prima a Kiev e poi incontrare Putin. Non dobbiamo farci guidare dagli Usa, l'Europa è adulta - prosegue Letta - questa guerra è in Europa e l'Europa deve fermarla. Sarebbe sbagliato firmare la pace negli Usa, come fu per l'ex Jugoslavia".

Europa che ora più che mai necessita di un progetto forte; serve – afferma - “maggiore integrazione ed eliminazione del diritto di veto, come già chiesto da Mario Draghi e Romano Prodi. Un'architettura paneuropea per accogliere l'Ucraina. Una grande unità e una spinta decisa verso la pace", aggiunge. E sul possibile ingresso dell'Ucraina nell'Ue "va fatta ora una Confederazione europea che accolga subito non solo l'Ucraina, ma anche Moldavia, Georgia, Macedonia del Nord, Albania e Serbia".

Letta parla anche delle tensioni, nella politica interna, su come intervenire nel conflitto ucraino. "Ora bisogna evitare lacerazioni e ogni rischio di crisi di governo. Bisogna andare avanti con un convinto sostegno a Draghi. E il Pd è intenzionato a confermare la politica del campo largo - sostiene Letta - rilanciando la partecipazione grazie alle Agorà democratiche. Sulla guerra le difficoltà sono di tutti, anche del centrodestra". E ritiene inimmaginabile un nuovo avvicinamento del Movimento 5 stelle e di Conte a Matteo Salvini. Dice inoltre un forte 'no' al “metodo catasto”: “Una sceneggiata per ribadire un no alle tasse sulla casa che era già stato garantito da Draghi. È inaccettabile – conclude Letta – che ogni partito negozi le sue cose con Palazzo Chigi a fini elettorali".




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