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L'UE taglia le stime di crescita dell'italia. Tria: "una battuta d'arresto più che recessione'"

7 feb 2019
Pierre Moscovici
Pierre Moscovici
"Nel 2019 il Pil italiano 'scenderà a +0,2%, considerevolmente meno di quanto anticipato' nelle previsioni autunnali (+1,2%)."
Lo scrive la Commissione Ue nelle nuove stime, presentate dal Commissario agli Affari Economici Pierre Moscovici, che vedono un'attività economica "anemica" nella prima metà dell'anno. La revisione, la più ampia in Ue, è dovuta a "un rallentamento peggiore del previsto nel 2018, incertezza di policy globale e domestica e a una prospettiva degli investimenti molto meno favorevole". La stima del Pil 2018 è 1%, nel 2020 0,8%, e l'Italia resta ultima in Ue per crescita. Forte riduzione delle stime anche per Germania (all'1,1% dall'1,8%) e Olanda (all'1,7% dal 2,4%).

"Oltre a fattori esterni che si ripercuotono su molti Paesi, notiamo che in Italia l'incertezza sulle politiche economiche ha avuto ripercussioni negative sulla fiducia delle imprese e sulle condizioni finanziarie", dice il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis. La stima fa impennare anche lo spread tra Btp e Bund, che viaggia a 278 punti base, contro 269,5 di ieri in chiusura. Il rendimento del decennale italiano è al 2,92%, contro il 2,85% di ieri.

"Sottolineo che si tratta di una stima preliminare, che segnala una fase di cosiddetta recessione tecnica", commenta il ministro dell'Economia Giovanni Tria. "La flessione cumulata - prosegue - è comunque limitata a 0,36 punti percentuali" quindi si può parlare "di battuta d'arresto più che di vera recessione".

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