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Verso il ballottaggio: a Cattolica si sfidano Gennari e Foronchi

16 ott 2021
Verso il ballottaggio: a Cattolica si sfidano Gennari e Foronchi

Sono 65 i Comuni in cui i cittadini, domenica 17 e lunedì 18 ottobre, sono chiamati di nuovo alle urne per i ballottaggi per l'elezione dei sindaci. Le urne resteranno aperte dalle 7 alle 23 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì. Attesa soprattutto per i tre capoluoghi di Regione che non hanno ancora il loro primo cittadino: Roma, Torino e Trieste.



In Romagna si attende l'elezione del sindaco di Cattolica. Da una parte il sindaco uscente, Mariano Gennari, sostenuto da una coalizione formata da M5s, SìAmo Cattolica e Progetto Cattolica, che alla prima chiamata alle urne si è attestata al 27,61% dei voti. Dall'altra la candidata del centrosinistra, Franca Foronchi, già sindaco di Gradara e assessore del Comune di Pesaro, che al primo turno non è riuscita ad aggiudicarsi la vittoria per un pugno di voti, con la sua coalizione (formata da Pd, Azione, Cattolica Coraggiosa, Europa Verde, Idee in Comune, Cattolica Futura), fermandosi al 48,93%. Sono 13.858 gli aventi diritto a Cattolica, ai quali sarà chiesto di scegliere esclusivamente il nome del pretendente alla poltrona di sindaco.

Agli elettori sarà consegnata una scheda con i due nomi dei candidati sindaco e con le liste collegate. Queste potrebbero essere più numerose di quelle del primo turno: le coalizioni possono infatti "reclutare" altre liste a sostegno del loro candidato nel turno di ballottaggio. I cittadini dovranno tracciare un segno sul simbolo di uno dei due candidati e non è ammesso il voto disgiunto.

Alle liste collegate al vincitore del secondo turno viene attributo il 60% dei seggi, che devono essere assegnati tenendo conto dei risultati che liste e partiti hanno totalizzato al secondo turno e non sulla base dei voti raccolti alla prima tornata. Restano valide invece le preferenze espresse al primo turno per i consiglieri. Il numero di consiglieri comunali varia in base alla popolazione: si va da un minimo di 10 a un massimo di 48 eletti. Per i capoluoghi il numero di consiglieri è almeno 32, mentre nelle città con più di 250mila abitanti il numero sale a 36, per arrivare a 40 sopra i 500mila abitanti.




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