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Verso il nuovo Dpcm. Concluso il vertice governo regioni. Governatori schierati contro le misure locali

1 nov 2020
Immagine di repertorio
Immagine di repertorio

Verso l’ora di pranzo si è concluso il vertice tra amministrazioni locali e governo. Il tavolo tra i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza e i rappresentanti di Regioni, Province e Comuni per trovare un accordo sul prossimo Dpcm si riunirà lunedì mattina alle ore 9. La posizione delle Regioni appare monolitica: i governatori chiedono l’adozione di misure uniformi per tutta l’Italia.

"In queste 48 ore costruiamo insieme il Dpcm su due orizzonti: misure nazionali e misure territoriali. Sul primo punto è vigente l'ultimo Dpcm, possiamo anche alzare l'asticella nazionale su alcuni punti condivisi e su alcuni territori alziamo i livelli di intervento", avrebbe detto il ministro della Salute Roberto Speranza. Il ministro Boccia chiarisce anche: "Il documento dell'Istituto superiore di sanità e il sistema di monitoraggio che abbiamo condiviso con scienziati e Regioni ha una serie di ipotesi che devono scattare automaticamente se un Rt supera un certo livello".

E sulla scuola "non si deve prendere una decisione univoca ma deve dipendere dal grado di Rt in ogni regione", avrebbe detto il ministro degli Affari regionali.

"Il governo nazionale - avrebbe detto Boccia agli enti locali - è al vostro fianco per eventuali ulteriori restrizioni condivise a partire dalla mobilità regionale e possiamo decidere di adottare ulteriori misure, ma ogni presidente di regione può intervenire in base alle esigenze e criticità del proprio territorio".

Una delle ipotesi prospettata dalle Regioni è quella di limitare gli spostamenti degli over 70 per cercare di ridurre la diffusione del coronavirus: in particolare lo avrebbero chiesto Lombardia, Piemonte e Liguria. "Il Paese non può permettersi un nuovo lockdown", dice il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti il quale in una nota sui social suggerisce che bisogna intervenire sulla categoria più fragile, gli anziani definiti dal governatore "non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese". Un tweet che ha fatto immediatamente scoppiare la bufera sui social.

I sindaci avrebbero chiesto che le chiusure siano pianificate in maniera chiara sulla base del rischio, così come era previsto nel documento del Comitato tecnico scientifico condiviso da Governo e Regioni. In questo modo - avrebbe spiegato il presidente dell'Anci Antonio Decaro - i cittadini sono coinvolti in un percorso trasparente e rispettano le restrizioni: indice Rt sale, scattano le limitazioni, indice Rt scende, si allentano.


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