Logo San Marino RTV

Agli antipodi Kiev e Mosca anche sul Giorno della Memoria

La Storia diventa terreno di scontro. Cresce intanto il nervosismo di Mosca per l'annunciato invio di carri armati dall'Occidente. Nuovo affondo di Trump all'Amministrazione Biden

27 gen 2023

Era in fondo inevitabile, in tempo di guerra, che anche il giorno dedicato al ricordo della tragedia dell'Olocausto, divenisse terreno di scontro. Il primo strappo dalla Polonia: forse il più intransigente, dei Paesi NATO. Il “no” alla partecipazione russa alle commemorazioni tenutesi ad Auschwitz – pur liberata nel '45 dall'Armata Rossa -, ha paradossalmente offerto al Cremlino uno spunto per insistere sulla narrazione che equipara l'attuale conflitto all'epopea della “Grande Guerra Patriottica”. Tragedie orribili possono accadere ancora se si dimenticano le lezioni della Storia, ha dichiarato Putin; che è tornato a parlare di “neonazisti in Ucraina”, accusandoli di crimini contro i civili. Una metaforica chiamata alle armi anche il messaggio di Zelensky. Un appello a chi ha “a cuore la vita”; affinché mostri “determinazione – ha detto – quando si tratta di salvare coloro che l'odio cerca di distruggere”.

Agli antipodi su tutto, Mosca e Kiev. Spazzato via ogni canale di dialogo; sarà il campo di battaglia a decidere. La lenta avanzata russa nel Donbass sta macinando vite su entrambi i fronti. Tattica cinica, per portare al collasso l'intero dispositivo difensivo nell'area; giocando su numeri ora favorevoli, grazie alla mobilitazione. L'attrito imposto a Bakhmut rischia inoltre di aprire varchi in altri settori, perché al momento la “coperta” di Kiev è drammaticamente corta. E il Cremlino – scrive Bloomberg - starebbe preparando una nuova offensiva già a febbraio-marzo; prima dunque dell'arrivo dei carri armati promessi dall'Occidente. E' proprio questo il dossier che sta destabilizzando i decisori russi; per la sua valenza politica, trattandosi di armi spiccatamente offensive. Una sorta di messaggio, forse, l'ondata di strike che ha colpito ieri l'Ucraina. Non a caso sarebbero stati utilizzati anche missili ipersonici Kinzhal, pensati come killer di portaerei. Segnali inquietanti, con l'orologio dell'Apocalisse a 90 secondi dalla mezzanotte. In questo clima di tensione un nuovo affondo di Trump all'Amministrazione Biden. “Se fossi presidente - ha dichiarato - sarei in grado di negoziare la fine di questa guerra orribile e in rapida escalation entro 24 ore”. Facile, insomma, intuire il peso che avrà questo tema, sulle prossime elezioni americane.





Riproduzione riservata ©