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Ambasciata israeliana a Washington: il killer rischia la pena di morte

Fa scalpore la decisione dell'amministrazione americana di impedire all'Università di Harvard l'iscrizione di studenti stranieri. A San Marino il Collettivo per la Palestina chiede presa di posizione “contro il genocidio”.

di Giacomo Barducci
23 mag 2025

Foto, lettere, ricordi appesi da amici, parenti e conoscenti: così la comunità ebraica di Washington ha voluto commemorare la giovane coppia che lavorava nell'ambasciata israeliana uccisa da Elias Rodriguez, 30 anni, di Chicago arrestato subito dopo il duplice omicidio. L'uomo avrebbe mirato a quattro persone, colpendo però solo la coppia. Ora rischia la pena di morte. Ieri durante l'arresto ha detto di aver ucciso "per Gaza" e la "Palestina Libera". Si è presentato in tribunale senza manette e in tuta bianca.

Netanyahu ha denunciato una “selvaggia istigazione all'odio” contro Israele. Il Ministro degli Esteri Saar ha puntato il dito contro “molti Paesi e organizzazioni internazionali, soprattutto europei”. Accuse respinte da Parigi, che le ha definite “oltraggiose”. Anche il Regno Unito non accetta le accuse rivolte da Netanyahu.

Rafforzata in Europa e negli Stati Uniti la sicurezza per il rischio emulazione. Fa scalpore la decisione dell'amministrazione americana di impedire all'Università di Harvard l'iscrizione di studenti stranieri: “Riteniamo che Harvard sia responsabile di aver fomentato violenza ed antisemitismo”, afferma Kristi Noem, Segretario della Sicurezza Interna degli Stati Uniti.

Da San Marino il messaggio e del Collettivo per la Palestina che rivolgendosi alle istituzioni chiede una presa di posizione netta contro il genocidio a Gaza.





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