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Argentina: Milei vince le elezioni contro i pronostici. Trump si congratula

27 ott 2025
@JavierMileiEconomista
@JavierMileiEconomista

Sorpresa alle elezioni di metà mandato in Argentina: La Libertad Avanza (Lla), il partito del presidente Javier Milei, ha ottenuto il 40,84% dei voti, superando ogni previsione e conquistando terreno nella provincia di Buenos Aires, storica roccaforte del peronismo progressista. Solo un mese fa, la sinistra sembrava in netta ripresa, ma l’ultraliberista ha ribaltato i pronostici, consolidando la sua posizione politica a due anni dall’ingresso alla Casa Rosada.

La partecipazione, ferma al 67,85%, è la più bassa dal ritorno della democrazia nel 1983. Un dato che aveva fatto temere un contraccolpo per il presidente, impegnato a ottenere una maggioranza più ampia in Parlamento per imprimere un’accelerazione alla sua agenda economica. I numeri, invece, parlano chiaro: 64 deputati per Lla contro i 31 dei progressisti, e gran parte delle province argentine ormai “viola”, il colore del movimento.

Fra i primi a congratularsi Donald Trump, che su Truth ha scritto: “Congratulazioni al presidente Javier Milei per la sua schiacciante vittoria in Argentina. Sta facendo un lavoro straordinario!”. L’ex presidente statunitense aveva già sostenuto Milei con un piano di aiuti da 40 miliardi di dollari per rafforzare il peso argentino e sostenere la stabilità economica del governo.

Nonostante il successo, il voto arriva in un momento complesso per il leader libertario. Dalla vittoria alle presidenziali del 2023 con il 56% dei consensi, la sua popolarità è calata fino al 38%, segno di un crescente malcontento per le sue politiche di austerità. Le misure di “lacrime e sangue” hanno ridotto l’inflazione dal 200 al 31% e riportato in equilibrio i conti pubblici, ma al prezzo di pesanti tagli a istruzione e sanità.

Sullo sfondo, anche le ombre di scandali che hanno toccato il governo e la cerchia presidenziale. Il caso della criptovaluta “Libra”, promossa da Milei e poi crollata in borsa, ha causato perdite per centinaia di investitori e coinvolto la sorella Karina, accusata di irregolarità in una commessa di medicinali. In provincia di Buenos Aires, il candidato di punta Luis Espert è stato costretto al ritiro dopo le rivelazioni su fondi provenienti da un narcotrafficante sotto processo negli Stati Uniti.

Nella fase finale della campagna elettorale, Milei ha accusato il peronismo di sinistra di voler rovesciare il governo, evocando lo spettro del “comunismo castro-chavista”. Ma nell’ultimo comizio a Rosario ha scelto toni più concilianti, abbandonando la celebre motosega e invitando gli elettori a “non arrendersi” e a “cambiare davvero l’Argentina”, promettendo “le riforme di cui il Paese ha bisogno”. L’opposizione di Fuerza Patria, orfana di Cristina Kirchner – ai domiciliari per una condanna a sei anni per corruzione – ha puntato sulla popolarità del governatore Axel Kicillof, senza riuscire però a riaccendere l’entusiasmo dell’elettorato. 





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