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Avanzata dei talebani, Panebianco: "Il mondo che ci aspetta sarà meno amichevole e ospitale"

L'analisi della situazione mondiale del politologo bolognese

12 ago 2021
Avanzata dei talebani, Panebianco: "Il mondo che ci aspetta sarà meno amichevole e ospitale"

Nell'editoriale di oggi sul Corriere Della Sera Angelo Panebianco interviene sull'avanzata dei talebani verso Kabul e le mire della Cina. Ricorda che nel 1993 molti definirono “fantapolitica” l'ipotesi del politologo americano Samuel Huntington su una futura alleanza fra l’emergente potenza cinese e le forze più radicali dell’Islam, che oggi sta diventando realtà.

Per il politologo bolognese è ormai chiaro a tutti l'appoggio di Pechino alla delegazione talebana in Afghanistan, che si trasformerà in un triangolo Cina-Pakistan-Afghanistan, con l'egemonia dello stato asiatico. Seppur riconosca la possibilità che al momento tale convergenza mantenga carattere e dimensione solo regionali, l'alleanza potrebbe rappresentare la prova generale per qualcosa di più ampio.

Il comune interesse imporrebbe alle forze islamiste di abbandonare al loro destino gli uiguri del Xinjang, la minoranza musulmana perseguitata dai cinesi, ma garantirebbe all'estremismo musulmano il sostegno di una grande potenza. La convergenza cino-islamica, secondo l'editoriale, potrebbe logorare i legami occidentali con i Paesi dell'Asia, del Medio e Vicino Oriente e minaccerebbe la stessa Europa, che per contraccolpo dovrebbe puntare ad un alleanza con Russia e Stati Uniti, che vedrebbe Mosca costretta a tenere a bada il suo antico e tenace antioccidentalismo.

Anche se la situazione non sembra riguardare noi europei, prosegue Panebianco, “siamo un evidente bersaglio, siamo allo scoperto e con poche difese”. Se i talebani prenderanno Kabul, come onda d'urto il terrorismo tornerà a minacciare l'Europa, che sarebbe portata a vedere forze fondamentaliste, “culturalmente e ideologicamente incompatibili con i principi di una società libera” come “alfieri della moderazione” per fronteggiare i jihadisti.

Il continente ne uscirebbe comunque indebolito, “culturalmente e politicamente” secondo l'analisi, favorendo i disegni neo-imperiali della Cina e la sua competizione per il primato internazionale con gli USA. Panebianco esorta anche il “forse troppo serafico Joe Biden” a “dare a tutti noi la sensazione che si possa ancora contare sugli Stati Uniti”. Il presidente, prosegue, dovrebbe interrogarsi “ sia ancora nella convenienza del suo Paese conservare la leadership del mondo occidentale, con i privilegi ma anche con gli oneri che quella posizione comporta”,

“Limitiamoci a dire – conclude - che il mondo che ci aspetta e ci si prospetta sarà comunque meno amichevole e ospitale per quelle istituzioni, forgiate attraverso i secoli in Europa, da cui dipende la società aperta e che ci hanno assicurato benessere e libertà”.

In un pianeta sempre più globalizzato, le crisi internazionali hanno impatti a onda, come li definiscono gli esperti, e arrivano ovunque. Inutile ricordare come esempio gli effetti, anche sul Titano, sulla tracciabilità internazionale del danaro provocati dall'attentato dell'11 settembre 2001.






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