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BCE, nuovo taglio dello 0,25%. Lagarde: "Molta incertezza, ma siamo ben posizionati”

di Monica Fabbri
5 giu 2025

E' l'ottava sforbiciata al costo del denaro dalla scorsa estate: il taglio di 25 punti base fa scendere il tasso sui depositi al 2%, quello sui rifinanziamenti principali al 2,15%, quello sui prestiti marginali al 2,40%. Secondo le stime del Codacons determinerà, a regime, un risparmio sulle tipologie di mutuo più diffuse in Italia compreso tra i 13 e i 30 euro al mese.

“Ci avviciniamo alla fine di un ciclo di politica monetaria che rispondeva a degli shock che si sono sommati l'un l'altro, incluso il Covid, la guerra in Ucraina e la crisi energetica", commenta la presidente della Bce Lagarde.

Riviste al ribasso le stime per l'inflazione, che per il 2025 dovrebbe assestarsi sul 2%, esattamente quanto l’istituto di Francoforte si era imposto.

Resta invece il nodo dazi. «L’incertezza che circonda le politiche commerciali dovrebbe gravare sugli investimenti delle imprese e sulle esportazioni, soprattutto nel breve termine», continua la Bce; anche se «il maggiore investimento pubblico in difesa e infrastrutture sosterrà sempre più la crescita nel medio periodo. Redditi reali più elevati e un mercato del lavoro solido consentiranno alle famiglie di spendere di più. Insieme a condizioni di finanziamento più favorevoli, ciò dovrebbe rendere l’economia più resiliente agli shock globali».

"Il taglio dei tassi rappresenta un segnale importante, forte e atteso, ma ora serve un cambio di passo e uno sforzo condiviso, anche da parte delle banche, per far arrivare maggiori benefici alla clientela", dice Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, che invoca uno scatto in avanti e una regia politica che favorisca l'accesso al credito per le famiglie e per chi vuole investire nel proprio futuro.

Perché il credito – rimarca - resta una leva strategica per la crescita del Paese e per l'occupazione.





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