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Catalogna: alle radici dell'indipendentismo che Madrid non accetta

Intervista a Jordi Antich, cittadino di Barcellona che si è rivolto al Parlamento Europeo

di Luca Salvatori
31 ott 2019
Catalogna: alle radici dell'indipendentismo che Madrid non accetta
Catalogna: alle radici dell'indipendentismo che Madrid non accetta

Dopo la sentenza del 14 ottobre della Corte suprema spagnola con la condanna degli indipendentisti, le proteste di piazza non si sono più fermate. Il 10 novembre, intanto, in Spagna si torna al voto per la quarta volta in 4 anni.

Per quale ragione i catalani protestano contro il potere centrale di Madrid? L'abbiamo chiesto a Jordi Antich, un cittadino di Barcellona. Ha 62 anni, ed è un economista difensore della cultura e dell'identità catalana che ha perorato anche con lettere inviate ai parlamentari europei e spagnoli.

Ci sentiamo trattati male...a calci. Per la maggior parte degli europei appare strano perché sembra che di colpo un paese che ha un livello di vita accettabile voglia distaccarsi.... In realtà è un problema che si trascina da molto tempo...I catalani qui in Spagna vengono trattati a calci... Il signor Gregorio Peces Barba, che è uno dei padri della costituzione spagnola del 1978, nel congresso nazionale dell'avvocatura del 2011 a Cadiz, disse letteralmente: “Non so quante volte abbiamo dovuto bombardare Barcellona"...Credo che queste parole esprimano chiaramente qual è la situazione, cioè che noi catalani siamo sistematicamente presi a calci, o per lo meno ci sentiamo trattati così, dagli spagnoli o meglio dai castigliani. Anche se bisogna dire che non tutti sono così.. La transizione politica spagnola all'inizio è stata accettata da tutto il mondo, e anche dai catalani.. Sicuramente è stato un errore che continuiamo a pagare, visto che ha istituito di fatto l'impunità del sistema franchista. La scorsa settimana tutto il mondo ha potuto vedere la riesumazione delle spoglie del Generale Franco...Una cerimonia che per qualunque democrazia sarebbe come minimo vergognosa"


Come uscire dunque da questa situazione con gran parte dei catalani – secondo alcune stime almeno la metà della popolazione – che rivendica l'indipendenza?

"Una via d'uscita sarebbe fare un referendum ed accettare il risultato... Ma c'è anche un'alternativa....e l'alternativa è una politica di rispetto assoluto nei confronti delle nazionalità in Spagna....E non si tratta solo di Catalogna...La Spagna ha problemi nei Paesi Baschi, ma anche in Galizia, a Maiorca, a Valencia e anche nelle Canarie...Non è solo un problema catalano ma di come è configurata la Spagna. Antonio Gala, che è un giornalista-scrittore, ha scritto in un libro nell'anno 2007, che la Spagna è un paese che non tollera le differenze. E siccome non rispettano le differenze c'è un problema. E' non è il problema che da 8 o 9 anni tutto il mondo sta vedendo a Barcellona...In realtà in tutta la Catalogna, ci sono manifestazioni di milioni di persone...Ed è un problema che ci trasciniamo da molti anni...quasi 300 anni, in realtà".

Jordi Antich, per perorare la causa catalana, si è rivolto anche all'Europa.


"Si..io ho inviato diverse lettere ai parlamentari europei, al parlamento spagnolo e a molti politici.. Nell'Europa non speriamo più di tanto, perché l'Europa è un club di stati, non un club di cittadini, di nazioni...Io non credo che i politici dei maggiori paesi ascoltino....Lo hanno fatto quelli di piccoli paesi, come il presidente sloveno e il presidente del parlamento islandese ma i grandi paesi europei non andranno mai contro il Governo spagnolo, non lo credo.... Paradossalmente...solo se la situazione economica peggiorasse con ripercussioni in tutta europa, potrebbero chiedere alla Spagna di negoziare ad un tavolo di dialogo con gli indipendentisti". 


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