CORRISPONDENZA

Con il Ramadan, Dubai riparte

La corrispondenza settimanale di Elisabetta Norzi. Ad oggi si contano 10.349 contagi, 76 morti e oltre 1,2 milioni di tamponi effettuati

Giovedì sera è stato avvistato il primo spicchio di luna nuova e il Ramadan è cominciato. In una Dubai che, inaspettatamente, si sta lentamente rianimando. Proprio per l'inizio del mese sacro il Governo ha deciso di allentare le restrizioni che hanno bloccato la città per tre settimane, nonostante si registrino ancora circa 500 nuovi casi di contagi al giorno e il picco non sembra essere stato raggiunto. Purché si indossi la mascherina, dunque, si possono di nuovo frequentare i centri commerciali, che hanno riaperto insieme ai ristoranti, fare attività sportiva, per un paio di ore al giorno intorno alla propria abitazione, andare a trovare i parenti e ritrovarsi in gruppi di non oltre cinque persone. Gli Emirati Arabi hanno dichiarato che sono bene equipaggiati per affrontare l'emergenza: sono stati aperti negli ultimi giorni nuovi ospedali da campo e strutture per l'isolamento, sono arrivate scorte di farmaci e lo Sceicco ha assicurato che ci sono posti letto e ventilatori per tutti i malati. La linea, poiché al momento il virus non ha cura né vaccino, e l'economia non può fermarsi ancora per molto, è quindi quella di riaprire, forti di un sistema sanitario che dovrebbe reggere eventuali nuove ondate di contagi. Le limitazioni per le celebrazioni del Ramadan tuttavia rimangono e questo sarà un mese sacro a “distanza sociale”, lontano dalla sua essenza comunitaria. Il Consiglio per la Fatwa ha reso noto, nei giorni scorsi, le norme per affrontare il periodo dell’anno più importante per i musulmani in modo sicuro. Le moschee restano chiuse e tutti i fedeli dovranno pregare da casa, anche per la Taraweeh, ovvero la preghiera aggiuntiva tipica del Ramadan che viene celebrata in gruppo, durante la quale si leggono insieme lunghi brani del Corano. L’Iftar, il pasto che conclude la giornata di digiuno, e il Suhoor, quello che si consuma prima dell’alba e prima di riprendere nuovamente l'astinenza, momenti di festa insieme alla famiglia allargata e agli amici, quest’anno non si potranno svolgere. Vietato anche l'allestimento delle tradizionali tende in giro per la città e nelle abitazioni private per servire l'Iftar alle fasce della popolazione più bisognose e l'Umrah, il pellegrinaggio alla Mecca che molti musulmani compiono in questo periodo dell'anno. E se le strade di Dubai sembrano già un po' troppo affollate, con l'apprensione che inevitabilmente caratterizza la cosiddetta fase 2, qui si attende di vedere l'andamento dei contagi nelle prossime settimane.

Elisabetta Norzi

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