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Cop26: accordo raggiunto su obiettivo 1,5°C, frenata su addio al carbone

La finanza climatica divide Nord e Sud del mondo

14 nov 2021
Il presidente Alok Sharma trattiene a stento le lacrima
Il presidente Alok Sharma trattiene a stento le lacrima

Accordo raggiunto, anche se al ribasso, alla Cop26 di Glosgow. India e Cina hanno infatti chiesto – e ottenuto –, riguardo a centrali a carbone e sussidi alle fonti fossili, di cambiare il termine "phase out" (eliminazione) in "phase down" (riduzione). Il documento finale fissa l'obiettivo minimo di decarbonizzazione al 2030: un taglio del 45% delle emissioni di CO2 rispetto al 2010. E prevede poi di arrivare a zero emissioni nette intorno alla metà del secolo. Senza quindi una data precisa. Nel documento finale, i paesi firmatari dell'Accordo di Parigi (cioè tutti i quasi 200 paesi del mondo) si impegnano a tenere il riscaldamento globale sotto 1 grado e mezzo dai livelli pre-industriali.



Trattenendo le lacrime, il presidente britannico Alok Sharma ha detto "capisco la delusione, ma è vitale proteggere questo pacchetto", nel quale ci sono anche tre previsioni dell'Accordo di Parigi che finora non erano state attuate: il mercato del carbonio all'articolo 6, il reporting format con cui gli stati devono riferire i loro progressi nella decarbonizzazione, e il Paris Rulebook con le regole per attuare l'Accordo di Parigi. Erano tre dossier molto spinosi, ma dopo lunghe trattative la Cop26 è riuscita a portarli a casa.

Non tutti però si sono detti soddisfatti dell'accordo. I paesi meno sviluppati denunciano che nel testo non ci sono impegni per il fondo da 100 miliardi di dollari all'anno previsto dall'Accordo di Parigi per aiutare a decarbonizzare e non ancora attuato. E non si prevede neppure un fondo, richiesto a gran voce dagli stati poveri, per ristorare i danni e le perdite dovute al cambiamento climatico. In nome dell'unità - come ha dichiarato la rappresentante del Bhutan, a nome del gruppo dei paesi meno sviluppati – hanno comunque firmato (“Non è il tempo di rinchiuderci nelle nostre differenze”, ha detto).

Il lavoro è però tutt'altro che terminato: il documento finale dà infatti l'avvio a tutta una serie di negoziati per migliorare l'azione climatica: riunioni ministeriali annuali, un negoziato sull'adattamento fino alla prossima Cop27 a Sharm el-Sheikh in Egitto, un nuovo obiettivo per la finanza climatica nel 2024 e un dialogo su di un futuro fondo per danni e perdite. “Glasgow è stato un punto di partenza e non di arrivo”, ha commentato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia. “Dobbiamo tutti lavorare perché la crisi climatica venga affrontata, in ogni ambito, con la rapidità e l’incisività necessarie: nessuno è al sicuro e abbiamo tutti troppo da perdere, noi e il Pianeta”.




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