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Coronavirus: l'Unione Europea chiude le frontiere esterne

17 mar 2020
Strade deserte per il coronavirus (Ansa)
Strade deserte per il coronavirus (Ansa)

Per la prima volta i contagi e i morti per il coronavirus nel mondo hanno superato quelli in Cina. In questo scenario si assiste alla crescita più robusta in Europa, che è il nuovo epicentro della pandemia. Da qui la decisione di chiudere da oggi a mezzogiorno le frontiere esterne dell'Unione. "Questa è una crisi sanitaria che segna la nostra epoca", ha sottolineato l'Oms, avvertendo che la lotta contro questa "malattia grave, che uccide anche giovani e bambini", richiederà "mesi". Lo dimostrano gli 87.000 contagi registrati nel mondo, che hanno superato gli 80.000 della Cina, e lo stesso vale per il numero dei morti, ben oltre i 3.200 degli oltre 7.000 complessivi.

La situazione nel Vecchio Continente è stata tra i temi al centro della videoconferenza dei leader del G7 in cui è stato concordato di fare tutto il possibile per garantire la crescita. Ai suoi partner, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha anticipato di aver proposto "una restrizione temporanea per tutti i viaggi non essenziali verso l'Ue, per trenta giorni, ma da prolungare se necessario". Tale blocco, soggetto ad esenzioni per cittadini europei che tornano a casa, ma anche per personale sanitario e ricercatori, ha come obiettivo quello di "non appesantire ulteriormente i sistemi sanitari", ha spiegato von der Leyen, che domani ne discuterà con i capi di Stato e di governo convocati per un consiglio straordinario, sempre in video. Ma la decisione è presa, tanto che in serata è stato il presidente francese Emmanuel Macron ad annunciare che la chiusura scatterà da martedì a mezzogiorno.

Sempre più Stati membri però hanno già rinunciato alla libera circolazione interna sancita da Schengen. Così dopo Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Danimarca, Polonia, Lituania e Germania, anche la Spagna ha sigillato i suoi confini: è il secondo Paese più colpito in Europa, con oltre 9.000 contagi (anche il governatore catalano Quim Torra) e 300 morti. Non va meglio in Germania, dove gli esperti sanitari hanno confermato che i casi "crescono piuttosto velocemente". Mentre la cancelliera Angela Merkel ha spiegato che parlamento e Laender hanno varato "misure straordinarie ma necessarie" per ridurre i contatti sociali. La ricca Baviera ha dichiarato lo stato di calamità ed è praticamente chiusa.

Cresce l'allarme anche in Gran Bretagna: il brusco aumento delle infezioni da Covid-19 ha convinto Boris Johnson ad abbandonare la linea dell'attendismo, tanto che il capo del governo di Sua Maestà ha raccomandato lo stop di tutti i viaggi non necessari, il lavoro da casa e la rinuncia ai contatti sociali, incluse le 'istituzionali' bevute al pub. Misure draconiane sulla falsariga italiana sono state adottate in Svizzera e uno scenario simile è stato imposto in Francia: spostamenti drasticamente ridotti per 15 giorni e sanzioni per chi non rispetta le regole. "Siamo in guerra", è stato il monito di Macron. 


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