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Crisi ucraina: venti di guerra in Donbass. Separatisti ordinano evacuazione civili

Dialogo in stallo sul dossier ucraino; e il repentino aggravamento della situazione, nell'est del Paese, fa temere conseguenze drammatiche su vasta scala. Autobomba esplode nel centro di Donetsk

18 feb 2022
Crisi ucraina: venti di guerra in Donbass. Separatisti ordinano evacuazione civili

Tensione vicina al parossismo nel Donbass; dove si è assistito ad una improvvisa recrudescenza di un conflitto mai sopito, accompagnato da continui rimpalli di responsabilità e nebbia informativa. La sensazione è che si sia vicini ad un punto di non ritorno. Come dimostrano le dichiarazioni dei leader delle autoproclamate repubbliche separatiste, che hanno ordinato l'immediata evacuazione di anziani, donne e bambini verso la Russia; riferendo di un costante incremento di “forze nemiche”, pesantemente armate, lungo la linea di contatto, pronte a riconquistare i territori perduti.

Da qui un appello “a tutti gli uomini”, ad imbracciare le armi. Poco dopo si riferiva dell'esplosione di un'autobomba, nel centro di Donetsk, nei pressi del palazzo del governo dei miliziani filorussi. Che anche oggi hanno parlato di ripetute violazioni del cessate il fuoco, da parte dell'esercito ucraino, con il ferimento di civili. Speculari le accuse delle autorità Kiev; spalleggiate dal Segretario di Stato americano Blinken, che alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco ha puntato il dito contro Mosca; negli ultimi 2 giorni “ha creato false provocazioni”, ha detto.

Dagli Stati Uniti si continua a parlare di possibile attacco imminente, e di un incremento di truppe russe ai confini ucraini: fino a 190.000, ha dichiarato l'ambasciatore presso l'OSCE. In serata l'intervento del Presidente Biden, dalla Casa Bianca. L'impressione è che al momento non vi siano le basi per un dialogo; con le due parti che si accusano vicendevolmente di soffiare sul fuoco. Vladimir Putin, dal canto suo, si è detto convinto che sanzioni contro la Russia saranno imposte comunque, e che gli Occidentali troveranno “una scusa”. Parzialmente fuori dal coro – nell'attuale situazione di muto contro muro -, la posizione del cancelliere Scholz, che ha ribadito la scelta tedesca di non esportare armi all'Ucraina; offrendo invece sostegno finanziario per la stabilizzazione. Il Presidente croato Milanovic si è detto invece contrario ad un ulteriore allargamento della NATO ad est.





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