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Emirati-Israele: i primi accordi sono per sconfiggere il Covid-19

La corrispondenza di Elisabetta Norzi

30 ago 2020
La corrispondenza di Elisabetta Norzi
La corrispondenza di Elisabetta Norzi

È ancora presto per capire quali reali conseguenze avrà in Medio Oriente l’accordo Abraham, che normalizza i rapporti diplomatici tra Emirati Arabi e Israele, ma lo stato ebraico è ricomparso sulle pagine di tutti i quotidiani emiratini e sulle cartine geografiche in vendita nelle librerie. Definito da Trump storico passo avanti che farà progredire la pace in Medio Oriente, condannato da Hamas come pugnalata alle spalle ai palestinesi, il segretario di stato americano Mike Pompeo ha concluso in questi giorni la sua visita nei Paesi del Golfo per incoraggiare altri stati arabi a seguire la strada degli Emirati.

Intanto i primi accordi bilaterali firmati tra Tel Aviv e Abu Dhabi riguardano la ricerca medico-scientifica e la lotta al Covid-19, per rafforzare i legami nel settore sanitario, in particolare nell'industria farmaceutica. Ma lo sforzo più grande, per il Governo emiratino, è ora quello di fare accettare la normalizzazione con Israele all'opinione pubblica. Già durante il Ramadan, periodo in cui le emittenti televisive trasmettono programmi speciali, sono andate in onda alcune serie che hanno affrontato il rapporto tra i Paesi del Golfo ed Israele, mentre quasi ogni giorno vengono pubblicati sui giornali locali articoli che spiegano la religione ebraica o parlano dell'imminente riconoscimento ufficiale della prima sinagoga del Paese, che dovrebbe inaugurare a Dubai a metà settembre, per Rosh Hashanah, il Capodanno ebraico.

Il ministro degli esteri emiratino, Anwar Gargash, ha invece rassicurato che gli Emirati Arabi non si sono allontanati dalla causa palestinese, che continuano ad essere impegnati per una soluzione a due stati con Gerusalemme est capitale, e ha definito l'accordo Abraham sì un rischio, ma che già altre mosse passate, che subito sono apparse un azzardo, come la visita del Papa nel 2019, hanno poi dato frutti straordinari. Non solo, il ministro ha confermato che l'ambasciata emiratina sarà a Tel Aviv e che il Governo sta lavorando ad una riduzione dell'escalation con il vicino Iran. Rimangono tesi, invece, i rapporti con la Turchia che dopo l'accordo ha minacciato di sospendere i rapporti diplomatici con gli Emirati. Abu Dhabi ed Ankara, che sta portando avanti una politica estera sempre più aggressiva sia in Medio Oriente che in Africa, si stanno scontrando su diversi fronti, dalla Libia, alla Siria, allo Yemen.


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