Logo San Marino RTV

Gaza: rischia di essere affossata sul nascere l'ipotesi di una tregua di 60 giorni

Stando a media israeliani la fazione più radicale del Governo Netanyahu si starebbe muovendo per fare deragliare l'accordo. Kiev “gelata”, intanto, dalla notizia dell'interruzione di alcune consegne di armi statunitensi

2 lug 2025

Sedato in un qualche modo il confronto diretto tra Israele ed Iran - almeno per il momento -, l'epicentro delle convulsioni mediorientali è tornato ad essere Gaza. Con altre 14 persone, pare – tra cui alcuni bambini -, morte negli ultimi raid aerei delle IDF. Vittime che vanno ad aggiungersi alle decine di migliaia di palestinesi che hanno perso la vita dall'inizio del conflitto. Nelle scorse ore aveva suscitato speranze l'annuncio di Trump sulla disponibilità dello Stato Ebraico ad un cessate il fuoco di 60 giorni. A stretto giro i feedback dei vertici di Hamas; che pur continuando ad esigere una cessazione definitiva delle ostilità, si erano detti pronti a raggiungere un accordo per una tregua. Si era parlato di un incontro con i mediatori egiziani e del Qatar, da tenersi oggi al Cairo.

Nel frattempo, però, la doccia fredda. Stando ai media israeliani i “dioscuri” della destra messianica del Governo Netanyahu – i Ministri Ben Gvir e Smotrich – si starebbero coordinando per affossare sul nascere l'intesa; ritenendo “troppo importante” una vittoria totale nella Striscia. Un oltranzismo – se fossero confermate le indiscrezioni – che potrebbe vanificare la strategia diplomatica di Washington. Parrebbe già essere stata gettata la spugna, invece, sul fronte ucraino; dove pare ormai evidente il disimpegno dell'Egemone.

La notizia dell'interruzione decisa dalla Casa Bianca di alcune consegne di armi – inclusi i missili antiaerei – pare avere gelato i decisori di Kiev, che hanno convocato l'incaricato d'affari statunitense per chiarimenti. Agli antipodi, ovviamente, la reazione del Cremlino. Meno armi vengono fornite all'Ucraina più è vicina la fine del conflitto, ha commentato il portavoce di Putin. Tutto ciò mentre aumenta la pressione russa nel Donbass e non solo. Prodromi, forse, di un'offensiva estiva di ampio respiro.





Riproduzione riservata ©