GUERRA IN MEDIO ORIENTE

Hamas in Egitto per trattare sugli ostaggi, ma Israele ha già detto no

Per Israele la vittoria coincide con la distruzione totale del nemico: il premier Netanyahu rifiuta a priori una tregua. La vita degli ostaggi rimane appesa a un filo. Hamas spera ancora in un cessate il fuoco e annuncia la presenza di una delegazione al Cairo per “completare i colloqui” con Egitto e Qatar. Le Idf intanto avanzano in direzione Rafah. Ieri sera almeno 14 morti nei bombardamenti sulle città a Sud della Striscia. Mentre un palestinese è stato ucciso in Cisgiordania per aver attacco i soldati israeliani.

Dal segretario di Stato Usa Blinken, in visita ieri nello Stato ebraico, il monito: “Gli attacchi del 7 ottobre non danno ad Israele la licenza per disumanizzare gli altri”. E proprio gli Stati Uniti tornano a colpire in Iraq: un drone centra un'auto a Baghdad uccidendo un leader di Kataib Hezbollah, milizia irachena alleata dell'Iran. Si tratta di un'ulteriore risposta al raid che ha colpito una base militare in Giordania, eliminando tre militari statunitensi. Oggi è previsto un nuovo voto del Senato americano sugli aiuti a Israele e Ucraina.



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