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Intelligence USA: finestra utile di 6 settimane, per gli ucraini, per riguadagnare ulteriore terreno

Turbolenze politiche senza fine, intanto, per uno degli alleati strategici di Kiev: oggi le dimissioni della Premier britannica Liz Truss

20 ott 2022

Una sistematica demolizione delle infrastrutture energetiche ucraine, quella in corso da giorni. Che ha costretto Kiev ad introdurre blackout a rotazione. Pesante l'impatto sul morale della popolazione; senza contare la valenza strategica degli strike russi: portare il caos nelle linee logistiche delle forze armate ucraine, in un momento cruciale. Secondo l'intelligence statunitense – infatti - la finestra di opportunità, per riguadagnare ulteriore terreno, è di circa 6 settimane. Massima attenzione allora ai territori della oblast di Kherson ad ovest del Dnepr: tallone d'achille degli occupanti; che secondo alcuni sarebbero in procinto di abbandonare la testa di ponte, ormai troppo esposta. Ma è solo un'ipotesi. Le truppe di Mosca del resto hanno respinto con successo, nei giorni scorsi, due puntate offensive; e sarebbe in corso la costruzione di ulteriori fortificazioni. Funzionale, inoltre, ad una difesa ad oltranza, l'evacuazione di decine di migliaia di civili. Operazione complessa; ma agevolata dalla legge marziale, nei territori occupati, disposta ieri dal Cremlino. Una serie di segnali inducono intanto a ritenere imminente un colpo catastrofico alla diga della centrale idroelettrica di Kakhovka, dalla quale dipende l'approvvigionamento idrico della Crimea.




Le autorità filo-russe denunciano continui bombardamenti ucraini; Kiev non esclude invece un attacco di Mosca sotto falsa bandiera. Nebbia di guerra; anche riguardo alla postura di Minsk, che ha comunque un effetto diretto sul conflitto. Gli ucraini definiscono “crescente” la minaccia di una nuova offensiva russa condotta dal territorio della Bielorussia. Fase nella quale ogni scenario pare possibile. Come testimoniato dal recente viaggio negli Stati Uniti, non programmato, del ministro della Difesa britannico Ben Wallace. Al centro i rischi di una escalation nucleare. Al ritorno il Ministro ha anche parlato di un episodio potenzialmente catastrofico risalente a fine settembre: un velivolo russo avrebbe infatti sganciato un missile in prossimità di un aereo britannico che pattugliava il Mar Nero. Un malfunzionamento tecnico, avrebbe dichiarato Mosca. Proprio il nome di Wallace, peraltro, è stato citato in queste ore tra i possibili successori di Liz Truss: oggi le sue dimissioni, dopo poche e disastrose settimane alla guida del Regno Unito.





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