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Iran-Usa: dagli Emirati no all'escalation

8 gen 2020
La corrispondenza di Elisabetta Norzi
La corrispondenza di Elisabetta Norzi

Dopo giorni di silenzio da parte dei regnanti dei Paesi del Golfo, segno che ogni mossa, per le possibili conseguenze dell'uccisione del generale Soleimani, è attentamente valutata, ha parlato il Ministro dell'Energia degli Emirati Arabi, Suhail al-Mazroui. Con toni rassicuranti, ha dichiarato di non aspettarsi lo scoppio di una guerra, nemmeno ora che l'Iran ha colpito obiettivi statunitensi in Iraq. "Non credo che gli Stati Uniti vogliano che l'aggressività aumenti in Medio Oriente.  - ha detto - Questa è sicuramente un'escalation tra Washington, un alleato, e l'Iran, che ci piaccia o no, un nostro vicino. L'ultima cosa che noi vogliamo è una guerra".

Analogo il messaggio lanciato, sempre ad Abu Dhabi, dal Segretario Generale dell'Opec, Mohammed Barkindo, che ha sottolineato come qui nessuno voglia il conflitto: "c'è quasi un consenso in questa regione - ha dichiarato -. che ha già avuto la sua giusta dose di disordini e quello che oggi è fortemente richiesto è solo la pace".
Ma tra i cittadini, stranieri e non, la preoccupazione aumenta di giorno in giorno, soprattutto dopo che i Pasdaran hanno inserito anche Dubai, oltre a Haifa e Tel Aviv, tra i possibili obiettivi da colpire nel caso gli Stati Uniti attacchino direttamente in territorio iraniano.

Intanto l'Ambasciata Italiana ad Abu Dhabi ha invitato i connazionali a seguire i consigli della Farnesina: attenersi ad eventuali indicazioni delle autorità locali, mantenere una soglia di attenzione alta ed un comportamento prudente, tenendosi aggiornati sulla situazione di sicurezza del Paese, dopo che l'acuirsi delle tensioni, si legge in una nota, "non consente di escludere azioni ostili, anche nei confronti di infrastrutture e altri potenziali obiettivi sensibili negli Emirati".

E sebbene Soleimani fosse in cima alla lista dei nemici anche di Arabia Saudita ed Emirati Arabi, oltre che di Israele - solo per citare la realtà più vicina, il generale guidava l'unità che arma i ribelli yemeniti Houthi - il Ministero degli Affari Esteri emiratino ha assicurato che i recenti sviluppi non interesseranno residenti o visitatori, mentre i media locali continuano a criticare i titoli allarmisti pubblicati dalla stampa estera. Insomma, qui si sta facendo di tutto per rassicurare i cittadini e non danneggiare l'immagine del Paese, finora oasi sicura in questo martoriato Medio Oriente.

Elisabetta Norzi


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