Israele: a Gerusalemme ebrei e palestinesi uniti nella lotta contro il COVID-19

La corrispondenza di Massimo Caviglia

Una delle poche notizie confortanti sul COVID viene dal Comune di Gerusalemme, guidato dal sindaco Leon, dove ebrei e palestinesi residenti a Gerusalemme Est sono uniti nella lotta contro il virus e dove, nel corso di queste ultime settimane, il Municipio ha regolarmente distribuito migliaia di pacchi alimentari ai residenti grazie all'aiuto di volontari. Mentre anche in Israele inizia la Fase 2 e le riaperture delle attività, gli Stati Uniti - alla luce delle nuove accuse alla Cina sulle responsabilità per la diffusione della pandemia - hanno chiesto a Gerusalemme di non far partecipare una società cinese alla gara per costruire nel kibbutz Palmachim il più grande impianto di desalinizzazione del mondo, che dovrebbe fornire il 25 % del consumo d’acqua del Paese.

Un rapporto interno cinese avverte che l’aumento delle tensioni per l’origine del virus potrebbe portare a un duro scontro con gli Stati Uniti, e segnala che il risentimento mondiale contro la Cina è giunto ai livelli del post repressione delle proteste di Piazza Tiananmen dell’89. Intanto, sul versante politico israeliano, la Corte suprema ha iniziato a esaminare le petizioni presentate contro l'accordo fra Gantz e Netanyahu per creare un governo di emergenza nazionale. I ricorsi vertono sull’impossibilità che un deputato incriminato possa ricoprire la carica di Primo Ministro. Nonostante invece l'Avvocato generale dello Stato, che per primo aveva accusato Netanyahu, abbia dichiarato alla Corte di non riscontrare motivi legali per impedirgli di formare il governo.

Massimo Caviglia

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