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Israele: a un giorno dal voto nei sondaggi è testa a testa fra Netanyahu e il rivale di centro Gantz

16 set 2019
La corrispondenza di Massimo Caviglia
La corrispondenza di Massimo Caviglia

A 24 ore dal voto in Israele una sola cosa è certa: il premier Netanyahu, testa a testa nei sondaggi col rivale di centro Gantz, non avrà i numeri per governare senza l’appoggio dell’avversario di destra Lieberman, che gli aveva già impedito di ottenere la maggioranza ad aprile. E una terza tornata elettorale è impensabile. I timori del premier si concentrano in queste ore soprattutto sui brogli elettorali nelle roccaforti palestinesi, perché se i partiti arabi si unissero ai laburisti e ai centristi sarebbe la fine della carriera politica di Netanyahu, che già vede addensarsi le nubi delle tre accuse di presunta frode e corruzione. Questa volta il panico di Netanyahu è tangibile, così ha promesso di annettere alcune colonie della Cisgiordania, ha stretto accordi col partito anti arabo di estrema destra Otzma Yehudit, e probabilmente è sua anche l’idea di far divulgare al Presidente americano Trump il progetto di un trattato di difesa reciproca tra Israele e Stati Uniti in caso di attacco, ovviamente dell’Iran o dei suoi alleati. Infine, conoscendo la predilezione del Presidente Rivlin per Gantz in caso di parità, Netanyahu sta cercando in ogni modo di superare in seggi l’avversario, apparendo in ogni programma televisivo. Ma il suo timore più grande è che i compagni di partito del Likud, qualora il risultato elettorale non fosse soddisfacente, possano sostituirlo con un leader che formi un governo di unità nazionale proprio con Gantz. Domani sapremo se Israele, un Paese diviso completamente a metà fra laici e religiosi, fra sinistra e destra, avrà una maggioranza progressista o se il re Bibi – come viene chiamato il premier – otterrà di nuovo l’incarico.

Massimo Caviglia


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