Israele: la corrispondenza settimanale di Massimo Caviglia

L'inusuale conferma, da parte del premier Netanyahu, dei recenti attacchi israeliani in Siria contro obiettivi iraniani per evitare il trasferimento di armi a Hezbollah in Libano, è spiegata chiaramente dalle parole del Generale Eizenkot, che lascia in queste ore il ruolo di Capo di Stato Maggiore israeliano.

"Quando, due anni fa - ha detto - abbiamo notato un cambiamento nella strategia dell’Iran, con la costruzione di un’influenza espansionista aggressiva in Siria, attraverso una forza di 100.000 combattenti sciiti provenienti da Pakistan, Afghanistan e Iraq, abbiamo cambiato strategia anche noi, impedendo la produzione e il trasferimento delle loro armi di precisione, e neutralizzando i tunnel del terrore di Hamas e di Hezbollah".

Nelle osservazioni d’addio al Gabinetto di Sicurezza, Eizenkot – che verrà sostituito dal Generale Kochavi – ha detto che l’Autorità palestinese ha sequestrato armi ed esplosivi provenienti da Hamas nell’area "A" in Cisgiordania (sotto controllo dell’Anp), e ha esortato il governo a non imporre punizioni collettive contro i palestinesi in seguito ad attacchi terroristici, sostenendo che la crescita economica in Cisgiordania è necessaria per mantenere la stabilità.

E mentre l'esercito israeliano ha individuato l'ennesimo tunnel di Hezbollah che dal villaggio libanese di Ramyeh passava il confine e si infiltrava in territorio israeliano, si alza di nuovo pericolosamente la tensione lungo il confine tra Israele e la Striscia di Gaza.

L'opinione degli analisti militari è che, nonostante i 15 milioni di dollari pagati mensilmente dal Qatar ad Hamas, il movimento palestinese stia prendendo ordini da Teheran, cui serve che la situazione a Gaza degeneri, e Israele sia impegnato al fronte sud lasciando scoperto il fronte nord.

Già la Jihad Islamica, il secondo gruppo armato di Gaza dopo Hamas, e direttamente agli ordini di Teheran, aveva promesso pubblicamente agli ayatollah di aprire una seconda zona di combattimento al sud d'Israele. E non avrebbe potuto farlo senza il consenso di Hamas.

Infine, il capo dell'agenzia atomica di Teheran ha dichiarato che l'Iran ha iniziato l'arricchimento dell'uranio al 20%, contrariamente a quanto stabilito dall'accordo sul nucleare, che fissava la soglia di arricchimento al 3,6%. Un segnale che ha meravigliato solo i Paesi che, per ingenuità o interesse, si fidavano ancora delle promesse di Teheran.

Massimo Caviglia

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