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Israele: formalizzata in Parlamento l’incriminazione di Netanyahu

2 dic 2019
La corrispondenza di Massimo Caviglia
La corrispondenza di Massimo Caviglia

Si dice che il Presidente americano Trump non ami i perdenti, ma la sua conversazione di ieri col premier israeliano sull’Iran è stata definita da Netanyahu come "molto importante" per la sicurezza di Israele. La Cancelliera tedesca Merkel e il Presidente francese Macron invece non hanno risposto ai tentativi di organizzare un incontro con il leader israeliano, forse in attesa delle nuove elezioni o della sentenza riguardo la sua incriminazione per frode e corruzione. Oggi il Procuratore generale dello Stato ha formalizzato al Presidente del Parlamento la sua accusa contro il Primo ministro, comunicando un elenco di testimoni chiamati a deporre contro il premier, tra cui l’ex capo del Mossad, i servizi segreti. Entro 30 giorni Netanyahu potrà chiedere l'immunità attraverso un apposito Comitato della Camera, ma il Parlamento non ha ancora nominato i membri della Commissione, ed è dubbio che sia consentito decidere dell’immunità durante la transizione fra due governi. Vi è anche preoccupazione, all’interno del Likud, per il risultato delle prossime elezioni nel caso Netanyahu rimanga al timone del partito. Un voto negativo contro il premier potrebbe trascinare la destra all’opposizione, e però risolvere il problema in modo democratico anziché giudiziario. Ma i sondaggi affermano che i risultati del voto non saranno diversi rispetto a quelli delle due elezioni precedenti di quest'anno. A meno di un’imprevista vittoria di Netanyahu, che sembra improbabile ma non impossibile.

Massimo Caviglia


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