Logo San Marino RTV

Israele: il premier Bennett condanna la distruzione della Tomba di Giuseppe in Cisgiordania

La corrispondenza di Massimo Caviglia

11 apr 2022
La corrispondenza di Massimo Caviglia
La corrispondenza di Massimo Caviglia

Solo per caso non sono risultati mortali gli attacchi terroristici di ieri e oggi in Israele e nei Territori Palestinesi. Per la seconda volta in due giorni, cento militanti palestinesi hanno vandalizzato e dato alle fiamme la tomba di Giuseppe a Nablus in Cisgiordania, sparando e ferendo due ebrei che stavano pregando nel sepolcro. “Condanniamo questo attacco a un luogo sacro nella vigilia della Pasqua ebraica e cristiana”, ha dichiarato il premier Bennett. E il ministro della Difesa Gantz ha definito la distruzione dei luoghi santi “molto seria” e ha inviato un monito all'Autorità Palestinese per non avere impedito la devastazione.
In questo clima di violenza, accentuata nel mese del Ramadan, in cui si celebra la rivelazione del Corano al profeta Maometto, si sono inseriti anche un altro militante palestinese che, vicino Betlemme, ha lanciato bombe molotov contro le automobili israeliane; e poi una donna che, alla tomba dei Patriarchi a Hebron, ha ferito al collo un ufficiale israeliano con un coltello.
Come prevedibile, la città di Jenin si è confermata la Gaza della Cisgiordania: stamattina all’alba le forze antiterrorismo dell’esercito israeliano hanno operato l’arresto di alcuni esponenti di Hamas e della Jihad Islamica. In seguito agli attentati delle ultime due settimane, che hanno causato 14 vittime, il Consiglio dei Ministri intende approvare la costruzione di una barriera di sicurezza lunga 40 chilometri fra Israele e la Cisgiordania, un muro alto 9 metri che sostituirà la recinzione costruita 20 anni fa e ormai inutile. Anche se molto criticate, le barriere con i territori palestinesi hanno ridotto gli attacchi terroristici del 99 %. Il deputato Odeh, della Lista Araba Unita, ha infine invitato gli arabi in servizio nelle forze di sicurezza israeliane a lanciare le armi contro i loro comandanti e dire che non intendono più collaborare. Non è solo un problema per la coalizione del premier Bennett, che sperava nella Lista Araba per ottenere di nuovo la maggioranza, ma la conferma di un clima ostile nelle parole e nei fatti, che pare indicare come le violenze siano appena iniziate.

Massimo Caviglia






Riproduzione riservata ©