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Israele: il Presidente ucraino Zelensky torna a chiedere il sistema di difesa aerea Iron Dome

La corrispondenza di Massimo Caviglia

24 ott 2022
@ebu.chLa corrispondenza di Massimo Caviglia
La corrispondenza di Massimo Caviglia

A una settimana dalle elezioni politiche israeliane i sondaggi indicano ancora una situazione di stallo, con la coalizione dell’ex premier Netanyahu che otterrebbe 60 seggi - uno meno della maggioranza - e quella dell’attuale premier Lapid che ne raggiungerebbe solo 56. La Tv pubblica ha chiesto all’elettorato cosa preferirebbe, e il 35% ha risposto che vorrebbe un governo di unità nazionale con l’alternanza fra Netanyahu e Lapid o Netanyahu e Gantz. Ma i politici israeliani si troveranno subito ad affrontare una scelta che influirà a livello internazionale e non solo. Il Ministro della Difesa Gantz ha dichiarato al suo omologo ucraino che Israele continuerà ad assistere Kiev fornendo informazioni di intelligence utili a colpire i droni iraniani, ma non può consegnare il sistema di difesa aerea israeliano.

Così oggi il Presidente ucraino Zelensky è tornato a chiedere a Gerusalemme di fornire l’Iron Dome, avvertendo che Putin aiuterà l'Iran a ultimare il suo programma nucleare in cambio dei droni. Il motivo fondamentale per il quale lo Stato ebraico non può fornire l’Iron Dome è perché i componenti tecnologici del sistema di difesa aerea sono top secret, e se un elemento cadesse in mani russe o iraniane sui campi di battaglia ucraini risulterebbero vani gli sforzi israeliani per difendersi dagli attacchi missilistici di Teheran, Hamas e Hezbollah. In un articolo pubblicato oggi su Fars News l’Iran ha sottolineato come proprio i droni siano un pilastro della sua strategia di guerra, e la Guida Suprema Ayatollah Khamenei ha affermato che “I droni iraniani portano onore al nostro Paese”. Intanto questa mattina Israele ha colpito con un attacco missilistico obiettivi militari iraniani vicino Damasco in Siria, come venerdì aveva distrutto una fabbrica di droni e un deposito di armi iraniane destinate a Hezbollah in Libano. Ma le Guardie della Rivoluzione Islamica che gestiscono le strutture colpite stanno già scavando nuovi siti di stoccaggio sotterranei insieme al gruppo di Hezbollah responsabile del trasferimento delle forniture militari.

Massimo Caviglia






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