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Israele: le preoccupazioni di Bennett fra Libano e Iran

5 lug 2021

Sono almeno tre le notizie che agitano i sonni del nuovo premier israeliano Bennett. Innanzitutto le vittorie in Afghanistan dei talebani, che hanno catturato il distretto di Kandahar, mentre le truppe regolari subiscono continue sconfitte e i soldati afghani si arrendono passando a far parte delle milizie dei talebani in seguito al ritiro degli Stati Uniti dal Paese. Pur con le dovute differenze, è un assaggio di quanto potrebbe accadere nel caso di un disimpegno americano dal Medio Oriente. L’altra notizia è molto più vicina a Israele e riguarda il Libano e la defezione di 1.200 ufficiali e soldati dell'esercito libanese perché il denaro, il cibo e le medicine non sono più sufficienti per le forze armate. Il quotidiano Al-Akhbar ha annunciato che gli Stati Uniti avrebbero messo a disposizione 120 milioni di dollari, e il comunicato ha frenato il flusso di disertori dall'esercito. Ma il problema preoccupa molto Israele perché la milizia parallela Hezbollah, finanziata dall’Iran, potrebbe impadronirsi del Paese in breve tempo. L’ultima notizia fa parte di una trattativa in cui le parti si sono mostrate prima disponibili e poi intransigenti. Come aveva annunciato la settimana scorsa, l’Iran ha bloccato l’accesso alla centrale di Natanz degli ispettori dell’Agenzia per l’Energia Atomica. Anche se i colloqui sull’accordo nucleare iraniano procedono con lentezza, il premier israeliano sa che il Presidente americano Biden vuole firmare il trattato a breve. Bennett deve quindi puntare a che l'accordo copra anche questioni non nucleari, come il programma missilistico. Ma Teheran potrebbe ritenere che i recenti accordi economici con la Cina possano essere sufficienti ad alleviare il costo delle sanzioni americane, ed essere restìa a sottoscrivere il trattato. E un Iran senza controllo potrebbe fare progressi definitivi sull’arma atomica.

Massimo Caviglia




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