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Israele: quali risposte alle sfide di Teheran e alle scelte del Presidente eletto USA Biden

La corrispondenza settimanale di Massimo Caviglia

11 gen 2021

Oggi il numero ricorrente per il Covid in Israele è il due: 200mila vaccinazioni al giorno, 2 milioni di vaccinati finora, e il 20 percento della popolazione immunizzata, privilegiando la fascia tra i 60 e i 90 anni. Mentre si procede a ritmo serrato, è iniziata contemporaneamente la seconda somministrazione delle dosi a tre settimane dalla prima. Una rapidità che si può spiegare in due modi: il primo obiettivo è mettere subito in sicurezza la maggior parte della popolazione, diventando quasi uno Stato-cavia per testare l’efficacia del vaccino. Un secondo obiettivo è chiudere al più presto il ciclo di immunizzazione per poter fare fronte alle nuove minacce iraniane che si stanno profilando all’orizzonte in questi giorni, dopo la sconfitta del Presidente americano Trump e i fatti di Washington

Teheran ha infatti dichiarato all’Agenzia per l’Energia atomica che può arricchire l’uranio molto rapidamente fino al 90 percento, e ha mostrato orgogliosamente una nuova base missilistica sotterranea. Ha inoltre promosso un disegno di legge in Parlamento per la distruzione di Israele, e ha schierato nel Golfo Persico 700 navi da guerra delle Guardie della rivoluzione islamica in una parata in ricordo di un evento di cinque anni fa, quando due imbarcazioni statunitensi furono catturate perché spinte dalla corrente nelle acque territoriali dell'Iran a causa di un guasto al motore.

Teheran sa che non è ancora il momento di colpire Israele, ma lo Stato ebraico potrebbe essere costretto ad un attacco preventivo per difendersi, data anche la scelta del Presidente eletto degli Stati Uniti Biden per il ruolo di capo della CIA. Il nuovo direttore Burns infatti sostiene che l'accordo nucleare con l’Iran renderà più sicuro Israele e, insieme al nuovo Consigliere per la Sicurezza nazionale Sullivan, ha esortato il Presidente a tornare al tavolo dei negoziati con Teheran.

Ovviamente il premier Netanyahu è di parere opposto, data l’inattendibilità della controparte iraniana, ma dovrà fronteggiare le nuove sfide da una posizione non facile sia a livello giudiziario che politico.

Massimo Caviglia 



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