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Israele: secondo i legali dei Ministeri degli Esteri e della Giustizia il piccolo Eitan va riportato in Italia

13 set 2021
La corrispondenza di Massimo Caviglia
La corrispondenza di Massimo Caviglia

I nuovi sviluppi della vicenda del piccolo Eitan, il bambino israeliano unico superstite della tragedia della funivia del Mottarone, riportato a sorpresa a Tel Aviv dal nonno materno senza avvisare la zia paterna che lo aveva in tutela, hanno riempito anche le pagine di tutti i media israeliani. Le diverse sfaccettature del caso hanno portato alla luce le posizioni divergenti. Innanzitutto l’elemento sociale: secondo la nonna materna del bambino, la famiglia paterna di origine ashkenazita non avrebbe grande considerazione degli altri parenti di origine sefardita. Inoltre, da alcune dichiarazioni, sembrerebbe giocare a sfavore anche l’elemento politico: di sinistra la famiglia del papà di Eitan, di destra quella della mamma.




Infine l’elemento religioso: il bambino, di fede ebraica, è stato iscritto per l’anno scolastico in una scuola di suore, mentre la zia materna di Eitan sostiene che per la sorella fossero importanti l'identità ebraica e israeliana del bambino, che potrebbe essere cancellata dalla permanenza di Eitan nella scuola cattolica in Italia. Tralasciando la tesi ignobile accennata da alcuni, di una lotta per i risarcimenti della strage, il tema dell’affidamento del bambino pone comunque un problema legale e forse anche politico. Eitan è stato dato in custodia ai parenti che abitano in Italia, mentre ai familiari che vivono in Israele erano solo consentite rare visite settimanali. Al nonno materno i medici non ritenevano di dover parlare della salute fisica e mentale del bambino, e anche il procedimento di tutela è stato impostato in modo asimmetrico.

Così, per le strade di Gerusalemme e Tel Aviv, la gente comune si chiede: può un giudice italiano decidere il destino di un cittadino israeliano, per quanto minorenne? O dovrebbe essere un tribunale del suo Paese a stabilirlo? Anche se un’opinione preliminare degli avvocati dei Ministeri degli Esteri e della Giustizia israeliani suggerisce che nella condotta del nonno di Eitan si configuri il reato di rapimento e che il bambino vada riportato in Italia, la questione è ancora aperta e lo sarà almeno per qualche mese.

Massimo Caviglia





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